La Chiesa celebra la memoria di Sant'Ignazio di Loyola
La Chiesa celebra oggi la memoria di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia
di Gesù. Alle ore 19.00 il Preposito generale dei Gesuiti, padre Adolfo Nicolás, presiederà
la Santa Messa nella chiesa romana del Gesù, dove si venera il corpo del Santo. Ignazio,
nato nel 1491 a Loyola, nei Paesi Baschi, da giovane partecipa a campagne militari.
Nel 1521, costretto al riposo per una ferita riportata nella difesa di Pamplona, trascorre
il tempo leggendo un libro sulla vita di Gesù e dei Santi. Dopo queste letture è animato
dal desiderio di seguire Cristo. Fonda la Compagnia di Gesù, approvata da Papa Paolo
III nel 1540. Muore a Roma il 31 luglio del1556. Sull’insegnamento di Sant’Ignazio
si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, il direttore dell'Ufficio Comunicazione
e Relazioni Pubbliche della Curia Generalizia della Compagnia di Gesù, padre Giuseppe
Bellucci: R. – Il primo
insegnamento è quello di una disponibilità, di una prontezza ad accogliere la voce
di Dio, l’ispirazione che viene dall’alto. Sant’Ignazio ha avuto il coraggio di rompere
con la sua vita passata attraverso un episodio esterno, la ferita a Pamplona, e di
cambiare radicalmente vita donandosi tutto al Signore. D. –
Sant’Ignazio maturò nella lettura della vita di Cristo la decisione di passare dal
servizio militare alla sequela del Signore. Quale “salto” sono chiamati oggi a compiere
i gesuiti in una società sempre più distratta e offuscata dal secolarismo? R.
– Io credo che sia importante per la Compagnia di Gesù essere continuamente attenti
al mondo, a quello che avviene nel mondo. Non ci si deve fermare a quello che è stato
un messaggio di secoli fa. Si devono quindi trovare vie nuove per poter rispondere
alle esigenze nuove che si vanno creando. In altre parole, ci si deve domandare: se
Ignazio fosse qui oggi, quali sarebbero le sue direttive? D.
– L’esperienza spirituale di Sant’Ignazio è racchiusa negli Esercizi Spirituali, che
costituiscono ancora oggi la vera fonte di energia dei gesuiti … R.
– Certamente, gli Esercizi Spirituali sono stati la fonte iniziale di ispirazione
per Sant’Ignazio, per i suoi compagni e lo sono per tutti i gesuiti anche oggi. Tant’è
vero che ogni gesuita fa due volte nella sua vita il mese di esercizi come parte della
sua formazione. Poi, ogni anno, ogni gesuita ha l’obbligo di fare almeno otto giorni
di esercizi spirituali. Ma al di là di quello che è la pratica, credo che gli esercizi
rimangano un punto fondamentale per il discernimento, proprio per capire dove il Signore
vuole portare non solo il singolo gesuita, ma anche la Compagnia stessa. D.
– Sono passati quasi 500 anni dalla fondazione della Compagnia di Gesù. Quali sfide
sono rimaste intatte e quali invece necessitano di approcci nuovi per rispondere a
mutate condizioni della società? R. – Lo spirito fondamentale
è quello di sempre, è quello di Sant’Ignazio. Il problema è di questa apertura all’universale,
questo saper individuare i segni dei tempi rispondendo con modalità nuove secondo
lo spirito di sempre, guardando a quello di cui ha bisogno l’uomo d’oggi.