La violenza è tornata protagonista nelle ultime ore in Iran. Ieri a Teheran la polizia
è intervenuta contro i manifestanti radunati nel cimitero della capitale per ricordare
le vittime degli scontri post-elettorali e in particolare Neda, la ragazza 26.enne
uccisa il 20 giugno scorso durante una manifestazione e diventata la figura simbolo
della rivolta contro il governo. Disordini sono stati segnalati anche a Shiraz, Isfahan,
Mashhad. Sconcerto dagli Stati Uniti, che hanno parlato di “inquietante uso della
forza”. Per un commento sulla situazione iraniana, dopo questi nuovi episodi di repressione,
Giancarlo La Vella ha sentito Nariman, dell’Associazione iraniani all’estero:
R. - La parte
dominante è capeggiata da Khameni e Ahmadinejad, che vuole diminuire gli spazi a disposizione
di Moussavi e di tutto il suo entourage. Però il dato più importante e ormai inconfutabile,
è che si sta allargando la distanza tra la popolazione e il regime. Gli iraniani scendono
in piazza nonostante l’invito alla calma di Moussavi. Moussavi, Khatami e Rafsajani
si sentono un po’ spiazzati. Francamente la presenza degli iraniani per le strade
non ha spiazzato solo il regime iraniano ma tutta la comunità internazionale. Neanche
gli occidentali si aspettavano una sommossa popolare e una ribellione così generalizzata. D.
– Le frizioni che ci sono tra Iran e comunità internazionale sul programma nucleare,
non favoriscono una mediazione dall’estero? R. – No, assolutamente.
Con l’avvento di Ahmadinejad abbiamo visto un'accelerazione particolare per quanto
riguarda l’acquisizione dell’arma nucleare. Loro vantano di avere già in funzione
più di 12 mila centrifughe. La comunità internazionale deve acquisire coraggio. Questo
è un problema da risolvere oggi, non domani. Ogni giorno che passa è un tempo che
guadagna il regime iraniano, figuriamoci quando avrà veramente le testate nucleari.
D. – Come state vivendo voi iraniani all’estero questa grave
crisi politica... R. – Noi stiamo vivendo questa situazione
con grande apprensione per i martiri e i feriti. L’atteggiamento assunto dal regime
iraniano, per noi che facciamo parte di una organizzazione che avversa il regime da
più di 30 anni, era prevedibile. Noi abbiamo sempre annunciato che il regime non cede.
Si continua a sparare sulla gente. Abbiamo invocato l’aiuto della comunità internazionale
e chiediamo l’intervento urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Chiediamo
una reazione più celere. Sono molto preoccupanti questo silenzio e l’indifferenza
della comunità internazionale. Afghanistan In Afghanistan
sono oltre 1000 i civili uccisi nei primi mesi del 2009. Rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente, si registra quindi un aumento delle vittime del 24%. L’escalation
delle violenze è stata fotografata da un rapporto dell’Onu presentato oggi a Ginevra.
''Sia gli elementi anti-governativi sia le forze pro-governative sono responsabili
dell'aumento delle vittime tra i civili'', si legge nel rapporto dell'Unama, la Missione
di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan. La cronaca dal terreno anche oggi
fa registrare poi nuove vittime tra la popolazione afghana. Si tratta di sei persone
morte per l’esplosione di un ordigno nel nord del Paese. Undici talebani e un poliziotto
afghano sono rimasti uccisi, inoltre, in seguito a scontri avvenuti nella provincia
occidentale di Herat.
Pakistan Due dei principali gasdotti che dal
Balucistan, regione occidentale del Pakistan, riforniscono varie zone del Paese sono
stati oggetto di attentati esplosivi rivendicati dall'Esercito repubblicano del Balucistan.
Gli incendi hanno costretto la compagnia pachistana 'Petroleum Limited' a sospendere
l'attività. Gruppi ribelli del Balucistan, territorio ricco di risorse naturali e
abitato da una popolazione tribale, da anni compiono azioni terroristiche per l’indipendenza
dal Pakistan. L'Onu ha annunciato oggi di aver ridotto le proprie attività nella regione
dopo aver ricevuto minacce da parte di un gruppo separatista del cosiddetto 'Fronte
unito di liberazione del Belucistan'. Questo stesso gruppo all'inizio dell'anno ha
sequestrato un cittadino statunitense.
Incontro tra capi di Stato in Tagikistan Le
prospettive di pacificazione dell'Afghanistan e la situazione nella regione dell'Asia
centrale sono tra i temi in discussione nell'incontro che si tiene da ieri in Tagikistan.
Alla riunione partecipano quattro capi di Stato: il russo Dmitri Medvedev, l'afghano
Hamid Karzai, il pakistano Azif Ali Zardari e il tagiko Emomali Rakhmon. Proprio ieri
sera una bomba ha fatto esplodere un’auto della polizia a Dushanbe, capitale del Tagikistan,
dove è in corso l’incontro dei capi di Stato. Sull'esplosione, che ha provocato il
ferimento di un agente di polizia, è in corso un’indagine. Si dovrà accertare se si
è trattato di un attacco terroristico.
Honduras Ferve l’attività
diplomatica internazionale per risolvere la crisi politica che da oltre un mese sta
paralizzando l’Honduras. Resta alta, intanto, la tensione tra sostenitori del presidente
deposto Zelaja, e di quello de facto, Micheletti. Ce ne parla Francesca Ambrogetti:
Esercito e
polizia hanno represso con violenza le manifestazioni e i blocchi stradali organizzati
dal fronte per la resistenza in varie regioni. In un nuovo gesto a favore del presidente
deposto, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Honduras si è recato a Manawa per incontrare
Manuel Zelaya: “Abbiamo parlato - ha detto - della restaurazione dell’ordine istituzionale
in modo pacifico”. Il presidente de facto Roberto Micheletti, in un inedito gesto
di apertura, ha chiesto al mediatore l’invio di una missione per coinvolgere tutte
le parti, comprese le organizzazioni sociali, nella ricerca di un’intesa. Ha anche
suggerito di affidarla all’ex presidente del Banco inter-americano e sviluppo, Enrique
Iglesias. Un gesto che alcuni osservatori attribuiscono alla strategia finalizzata
a perdere tempo, altri alle pressioni americane. Anche Zelaya si è detto disposto
a cercare un accordo politico. Alla frontiera, intanto, sta organizzando milizie popolari
per accompagnare il suo ritorno, ma in modo pacifico e senza armi. Processo
a Aung San Suu Kyi Per conoscere la sentenza del processo alla leader dell'opposizione
birmana, Aung San Suu Kyi, bisognerà attendere il prossimo 11 agosto. La decisione
è stata presa dal tribunale speciale del Myanmar che giudicherà il Premio Nobel della
Pace, accusata dalla giunta militare al potere di aver violato gli arresti domiciliari.
Il verdetto, atteso per oggi, secondo il legale di Aung San Suu Kyi sarebbe stato
posticipato per distogliere l’attenzione della comunità internazionale. Nei giorni
scorsi, proteste e cortei hanno attraversato le strade delle città birmane. Nella
notte decine di attivisti sono stati arrestati in diversi quartieri della capitale
Rangoon.
Sicurezza aerei Airbus L’Airbus ha raccomandato alle compagnie
aeree di adottare i sensori di velocità americani Goodrich al posto di quelli francesi
Thales, dopo l'incidente dell'A330 Rio de Janeiro-Parigi che ha causato la morte di
228 passeggeri. La misura riguarda gli Airbus A330 e A340. A spingere la società di
Tolosa è stato anche l'ultimo episodio verificatosi la settimana scorsa, quando una
sonda Thales di nuova generazione, recentemente sostituita su un Airbus A320 dell'Air
France, ha avuto un guasto “durato pochi secondi”.
Italia, economia Via libera definitivo dal governo Berlusconi ai fondi per le aree sottoutilizzate
(Fas) destinati alla Sicilia. Il Cipe ha infatti approvato il piano di azione regionale
che ammonta a circa 4 miliardi di euro. Il ministro dell’Economia e delle Finanze,
Giulio Tremonti, lo ha definito “un piano Marshall per il sud”. Per i consumatori
italiani arriva, intanto, una boccata di ossigeno dall’indice sull’inflazione che,
nel mese di luglio, è stato pari a zero. Lo rende noto l'Istat che aggiunge di non
aver rilevato alcuna variazione nei confronti del luglio del 2008.
Il sindacato
tedesco Ig Metall non appoggerà nessun partito Nessun appoggio e nessuna indicazione
di voto per il partito socialdemocratico tedesco. Per la prima volta, il potente
sindacato dei metalmeccanici tedeschi 'Ig Metall' rinuncerà alla pratica di valutazione
dei partiti, come era d’abitudine fare negli anni passati prima delle elezioni. Secondo
il leader del sindacato, la base sindacale è ormai politicamente trasversale e composta
anche da elettori di altre formazioni, come la stessa Unione cristianodemocratico
e sociale del cancelliere Angela Merkel.
Incidente mortale in Catalogna Otto
turisti olandesi, passeggeri di un autobus turistico, sono morti nella notte per un
incidente stradale nella località catalana di San Pol del Mar, in Spagna. L'autobus,
che trasportava 65 passeggeri, si è prima capovolto e poi scontrato con una macchina.
Tra i 39 feriti, alcuni sono molto gravi. L’autista è risultato negativo alla prova
del tasso alcolemico. Non si esclude che a causare l’incidente sia stata l’alta velocità.
(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Mariella Pugliese) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 212 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.