India: ucciso un sacerdote nello Stato del Karnataka
La Chiesa indiana è scossa per la morte di un sacerdote, padre James Mukalel. Il suo
corpo, senza vita e denudato, è stato trovato ieri lungo una strada nei pressi di
Mangalore, nello Stato del Karnataka. Il vescovo della diocesi siro-malabarese di
Belthangady, mons. Lawrence Mukkuzhy, esclude che l’omicidio sia avvenuto in seguito
ad un tentativo di rapina. Secondo una prima ricostruzione, padre James stava tornando
nella sua parrocchia, dopo aver presieduto un funerale nel villaggio di Thottathady.
“Padre James – riferisce mons. Mukkuzhy ad AsiaNews - era molto amato dai parrocchiani
e dalla popolazione della zona. Era una persona buona e non aveva nemici. Era un missionario
zelante e altruista”. "Non riusciamo a capire – aggiunge il presule - chi possa aver
ucciso padre James". Il Global Council of Indian Christians ha subito chiesto alle
autorità di aprire un’inchiesta sull’assassinio. La diocesi di Belthangady, che si
sta preparando a celebrare il Congresso missionario il prossimo 3 agosto, si dice
“scioccata” per l’episodio. Lo scorso anno, diverse zone dell’India sono state teatro
di violenze compiute da estremisti indù contro la comunità cristiana. In Orissa, in
particolare, sono state almeno 90 le vittime. Anche lo Stato del Karnataka è stato
sconvolto da attacchi contro cristiani. Secondo fonti locali, sono state distrutte
almeno 20 chiese e cappelle. In India, intanto, la Chiesa è impegnata in iniziative
tese a promuovere la riconciliazione: in Orissa è stata fissata per il prossimo 23
agosto la Giornata per la Pace e l’Armonia con l'obiettivo di impedire quello che
la Chiesa locale non esita a definire "il disegno criminale di chi cerca di dividere
la società". (A cura di Amedeo Lomonaco)