Clochard trovato impiccato alle inferriate di una chiesa a Roma
Uno dei luoghi più suggestivi di Roma, a poca distanza dall’Ara Pacis, è stato teatro
ieri di un macabro ritrovamento: un senza-fissa-dimora è stato trovato impiccato all’inferriata
esterna della finestra della Chiesa di San Rocco all’Augusteo. Al momento sono in
corso indagini che potranno ritenersi chiuse solo quando saranno disponibili i risultati
dell’esame autoptico. Ad alcuni residenti del quartiere l’uomo avrebbe confidato,
negli ultimi giorni, di essere “preoccupato”. Su questo drammatico episodio ascoltiamo
al microfono di Luca Collodi il rettore della Chiesa di San Rocco, don Filippo
Tucci:
R. – Hanno trovato
questo giovane e l’hanno deposto in terra. Sono subito corso sul posto. Ho dato una
benedizione, ho pregato per lui e ho potuto constatare che si trattava di Ruggero,
uno dei nostri assistiti del Centro di accoglienza Arcobaleno, sotto la direzione
dell’arciconfraternita di San Rocco.
D. – Lei quindi
conosceva questo senza-fissa-dimora perché frequentava i vostri locali…
R.
– Sì ed era una persona servizievole. Si prestava anche per qualche piccolo servizio
per il centro o anche per la chiesa. Noi lo assistevamo ed era una persona a modo,
anche se aveva un passato un po’ triste: di origine pugliese era qui a Roma con la
famiglia. Ha iniziato a drogarsi e purtroppo si è allontanato dalla famiglia. Poi
per un periodo è vissuto per strada, anche se aveva lasciato questo terribile vizio
della droga. Nella zona di Piazza Augusto Imperatore, insieme con qualche altro parcheggiatore
abusivo, si prestava a guardare le macchine. Viveva con quel po’ che ricavava.
D.
– Come possiamo aiutare queste persone e toglierle dall’illegalità?
R.
– Bisognerebbe maggiormente attivare i centri di ascolto nel centro storico. Noi purtroppo
abbiamo dei locali piccoli e facciamo quello che è nelle nostre possibilità. E poi
c’è da dire che a gestire questo servizio, ormai da oltre 25 anni, sono anche dei
volontari abbastanza attempati.
D. – La rettoria
di San Rocco ogni domenica celebra una Santa Messa proprio per i senza-fissa-dimora,
che tra l’altro è molto affollata…
R. – La domenica,
alle nove, abbiamo previsto questa celebrazione della Santa Messa proprio per tutti
questi nostri assistiti. Sono 120-130 persone. Loro stessi hanno chiesto la celebrazione
liturgica. Oltre a ringraziarmi per il servizio di accoglienza fraterna, uno di loro
mi chiese di aiutarli a pregare. Io gli risposi: “Se volete celebriamo la Messa solo
per voi”. Abbiamo quindi iniziato questa celebrazione, dove loro partecipano. Qualcuno
alle volte è un po’ distratto, ma la maggior parte assiste con impegno e devozione.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)