Ecumenismo: a Chianciano l’intervento del teologo Carlo Molari
Per la prima volta un pastore avventista ha preso la parola in una sessione del Sae
(Segretariato attività ecumeniche): è successo ieri a Chianciano, con la meditazione
di Giuseppe Marrazzo su “La Passione”. Nella stessa sessione, riferisce il Sir, è
intervenuto il teologo cattolico Carlo Molari che ha parlato dei “Cambiamenti in atto
nella soteriologia (teologia della salvezza) e la loro incidenza nella teologia delle
religioni”. I primi “riguardano anzitutto il superamento del modello ascendente della
soteriologia – ha detto -, esso consiste nel considerare la croce di Gesù come l’offerta
fatta a Dio della propria vita per riparare il peccato degli uomini”. Se “diverse
metafore bibliche vennero interpretate in questo senso, il prezzo, il riscatto, l’espiazione,
altri modelli furono aggiunti successivamente, come quello della soddisfazione, intesa
come compenso offerto a Dio per l’offesa del peccato umano”. In realtà, ha precisato
Molari, “attribuire a Dio volontà punitiva o esigenza di vendetta nei confronti del
peccato umano non si concilia con l’immagine evangelica di Dio che perdona gratuitamente
e dimentica i peccati degli uomini”. Infatti “il Dio rivelato da Gesù offre perdono
di propria iniziativa e senza porre condizioni preliminari. I termini biblici 'sacrificio'
ed 'espiazione' applicati alla croce di Gesù, acquistano un significato diverso dal
corrente, esprimono il primo l’azione con cui Dio riserva a sé il corpo di Gesù per
manifestare il suo amore misericordioso e il secondo la purificazione dell’uomo dal
peccato”. La croce è inoltre, secondo Molari, “l’indicazione della possibilità di
dare un senso alla sofferenza, al male e alla morte, per cui le religioni sono salvifiche
nella misura in cui aiutano a rendere positiva la sofferenza umana e soprattutto nella
misura in cui insegnano la necessaria compassione per coloro che si trovano nella
difficoltà”. Un compito quindi è affidato oggi ai discepoli di Gesù al di là delle
teologie e delle tradizioni ecclesiali: “Testimoniare che l’amore di Dio a cui ci
affidiamo ci può condurre a forme nuove di fraternità di misericordia, a portare il
male in modo salvifico. La croce dunque ci può unire nel cammino di testimonianza,
e può mostrare - ha detto - la potenza salvifica nella fraternità e nella comunione
delle Chiese fra loro e con tutti gli uomini”. (V.V.)