Cile: il presidente dei vescovi propone ai politici un accordo nazionale sul piano
etico
Intervenendo davanti alla Commissione salute del Senato cileno, dove è allo studio
un progetto di legge su “informazione, orientamenti e prestazioni in materia di regolazione
della fertilità”, ieri, mons. Alejandro Goic, presidente della Conferenza episcopale
del Cile, ha auspicato un “accordo nazionale”. Si tratta, ha spiegato subito il presule,
di un’intesa tra tutti i settori del Paese per favorire una “società più equa, un’educazione
di qualità, migliori alloggi popolari e un accesso dignitoso alla salute per tutti”
e ciò dovrebbe essere “un primo passo per arrivare ad un accordo sociale ed etico
che consenta di affrontare altri temi di per sé controversi”. Mons. Goic, lamentando
che il dibattito sulla fertilità, questione di grande importanza “che esige serenità,
saggezza e rispetto”, sia stato condotto in modo superficiale, nel cuore di una campagna
politica, ha precisato: “Siamo di fronte a una questione che va ben oltre un ‘sì’
o un ‘no’ alla pillola”. Perciò, ha sottolineato, è arrivata l’ora di lavorare in
favore di un “accordo nazionale che permetta un consenso etico di base”. Spiegando
che la Chiesa non intende attribuirsi autorità che non le competono, mons. Goic ha
poi rilevato: “Noi però non possiamo smettere di esercitare il nostro diritto nel
dare un’opinione sulle realtà politiche da un punto di vista morale per far presente,
alla coscienza dei cattolici, i nostri punti di vista e offrirli a coloro che lo desiderano,
affinché possano essere utili alla propria riflessione e al bene morale della società.
E’ ovvio - ha osservato - che vogliamo vivere in pace e come sempre vogliamo rispettare
le opinioni di tutti e anche le leggi giuste emanate dalle legittime autorità, e quindi
non ci sottrarremo alla partecipazione nel dialogo democratico. Al tempo stesso, non
siamo disposti a vivere sotto la pressione di visioni laiciste della società”. Di
conseguenza “non accetteremo mai i tentativi di fare (dei cattolici) una sorta di
categoria costretta a vivere all’interno delle chiese e solo nelle nostre istituzioni”.
Alla Chiesa cilena sta a cuore, da sempre - e la storia recente ma anche passata lo
dimostra - “l’anima del Cile” e per questo si è sempre mossa in questo senso. Ad esempio,
nel 1985 si fece promotrice dello storico Accordo nazionale per la transizione alla
democrazia che gettò le basi per il ritorno della nazione alla normalità costituzionale
e democratica. Il “consenso etico di base” proposto da mons. Goic, secondo il suo
modo di vedere, potrebbe arricchire l’accordo precedente consolidando la democrazia
e dunque “preservando e perfezionando ciò che sta a cuore a tutti: l’anima del Cile”.
Un tale consenso potrebbe avvantaggiare due dimensioni urgenti secondo il presule:
da un lato la costruzione di una società veramente più equa e giusta a beneficio della
dignità della persona umana, e dall’altro il raggiungimento di scopi fondamentali
come un buon sistema educativo, alloggi più adeguati e un sistema sanitario dignitoso
e minimo per tutti. "E tutto questo è necessario - ha precisato mons. Goic - per metterlo
al servizio della famiglia, centro insostituibile dell’intera società di oggi e di
domani. Un consenso etico di base certamente aiuterà a risolvere molti dei problemi
citati e potrebbe creare le basi per affrontare con un’ottica meno politica ed ideologica
altri temi importanti. Le grandi questioni morali attorno a temi come l’origine e
la difesa della vita, l’aborto e l’eutanasia, le coppie omosessuali e altri, non scompaiono
se si raggiunge il consenso auspicato, ma possono essere discusse più serenamente,
con un dialogo rispettoso, e con il dovuto approfondimento, in particolare, - ha concluso
- quando toccano 'l’anima del Cile', la sua storia e i suoi valori perenni". (A
cura di Luis Badilla)