Spagna: dal cardinale Martínez Sistach un appello alla libertà religiosa
“La libertà religiosa e di culto è un diritto fondamentale dei cittadini riconosciuto
nella Costituzione spagnola e il rispetto e la difesa dell'esercizio di tale diritto
sono un elemento integrante di una società autenticamente democratica”. È questo il
commento dell’arcivescovo di Barcellona, cardinale Lluís Martínez Sistach dopo che
una ventina di chiese barcellonesi sono state ritrovate domenica scorsa con pitture
offensive sulle facciate e, in alcuni casi, catene e lucchetti ostacolavano l'apertura
delle loro porte. Il fine del gruppo autodenominato “La Gallinaire”, di tendenza anarchica,
era di evitare la celebrazione del culto domenicale. “Ma non è stata impedita la celebrazione
di alcuna Messa”, ha confermato a “L'Osservatore Romano” il cardinale. Deplorando
profondamente l'accaduto, l'arcidiocesi catalana ha emesso un comunicato sottolineando
che questo tipo di attacchi, comunque isolati, non è esclusivo di Barcellona. “Purtroppo
questi fatti accadono un po' ovunque; e di recente si sono verificati anche in qualche
altra diocesi spagnola”, ha spiegato il porporato. L'auspicio del cardinale Martínez
Sistach è che “tutti cresciamo nei comportamenti di rispetto reciproco e di tolleranza”
e che “non si ripetano i fatti drammatici del passato”. La violenza di domenica scorsa
è stata in effetti motivata dal primo centenario della Settimana tragica di Barcellona,
espressione che rimanda alle giornate del 1909 in cui furono incendiate numerose chiese
cattoliche della città. “Voglia Dio — ha aggiunto il porporato — che tutti sappiamo
imparare dal passato per agire nel presente in modo coerente con la nostra fede”.
Il cardinale ha inoltre scritto una lettera in cui invita alla sobrietà e ad una vita
austera per uscire dall’attuale recessione economica. “La crisi economica che stiamo
vivendo su scala mondiale - scrive il porporato - ha gravi conseguenze su moltissime
persone, famiglie e istituzioni sociali. Per di più, quando nel mondo tanti popoli
soffrono la fame, quando in tante case si vive nella miseria, quando mancano persino
un gran numero di scuole, ospedali, abitazioni dignitose, il fatto che si sperperino
beni pubblici o privati, che si facciano spese per ostentazione sociale o personale
diventa uno scandalo imperdonabile”. Contro l'esigenza di condurre una vita sobria,
prosegue il cardinale “non valgono argomenti speciosi”, come invocare il fatto di
essere padroni del proprio denaro o di avere esigenze dettate dalla vita in società.
“Nessuno ha diritto a essere felice da solo. Perché come persone crediamo nella solidarietà
umana, e come cristiani siamo convinti che il comandamento dell'amore non sia una
parola vuota”. Sobrietà e solidarietà, conclude, sono virtù grazie alle quali “si
possono elaborare soluzioni efficaci per superare la crisi e costruire un nuovo sistema
economico mondiale giusto e solidale”. (V.V.)