"Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato": il tema del messaggio del Papa
per la Giornata Mondiale della Pace 2010. Intervista col cardinale Martino
Il prossimo messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace, che si celebrerà
il primo gennaio 2010, sarà dedicato al tema: “Se vuoi coltivare la pace, custodisci
il creato”. “Il tema – rende noto un comunicato del Pontificio Consiglio Giustizia
e Pace - intende sollecitare una presa di coscienza dello stretto legame che esiste
nel nostro mondo globalizzato e interconnesso tra salvaguardia del creato e coltivazione
del bene della pace. Tale stretto e intimo legame è, infatti, sempre più messo in
discussione dai numerosi problemi che riguardano l’ambiente naturale dell’uomo, come
l’uso delle risorse, i cambiamenti climatici, l’applicazione e l’uso della biotecnologie,
la crescita demografica. Se la famiglia umana non saprà far fronte a queste nuove
sfide con un rinnovato senso della giustizia ed equità sociali e della solidarietà
internazionale – aggiunge il comunicato - si corre il rischio di seminare violenza
tra i popoli e tra le generazioni presenti e quelle future”.
“Seguendo le preziose
indicazioni contenute ai numeri 48-51 della Lettera Enciclica Caritas in veritate
– sottolinea il dicastero vaticano - il messaggio papale sottolineerà l’urgenza che
la tutela dell’ambiente deve costituire una sfida per l’umanità intera: si tratta
del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo, destinato a tutti,
impedendo che si possa fare impunemente uso delle diverse categorie di esseri come
si vuole. È una responsabilità – prosegue il testo - che deve maturare in base alla
globalità della presente crisi ecologica e alla conseguente necessità di affrontarla
globalmente, in quanto tutti gli esseri dipendono gli uni dagli altri nell’ordine
universale stabilito dal Creatore”.
“Se si intende coltivare il bene della
pace – afferma il dicastero della Santa Sede - si deve favorire, infatti, una rinnovata
consapevolezza dell’interdipendenza che lega tra loro tutti gli abitanti della terra.
Tale consapevolezza concorrerà ad eliminare diverse cause di disastri ecologici e
garantirà una tempestiva capacità di risposta quando tali disastri colpiscono popoli
e territori. La questione ecologica – conclude il comunicato - non deve essere affrontata
solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila: essa deve
tradursi, soprattutto, in una forte motivazione per coltivare la pace”.
Sulla
tematica ascoltiamo il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio
Consiglio della Giustizia e della Pace, al microfono di Sergio Centofanti:
R. – Negli
ultimi 30 anni specialmente, da quando le Nazioni Unite hanno convocato la prima Conferenza
sull’ambiente a Stoccolma nel 1972, la Santa Sede ha mostrato il proprio interesse
e preoccupazione per il creato: naturalmente, la protezione del creato, dell’ambiente,
è essenziale per lo sviluppo economico e sociale. Una maniera di proteggere l’ambiente
consiste anche nel proteggere il diritto dei popoli ad una crescita umana integrale. D.
– Il messaggio inviterà ad affrontare queste sfide “con un rinnovato senso di giustizia
e di solidarietà internazionale”… R. - E’ proprio la ragione
del titolo: “Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato”. Prendiamo il caso dell’acqua:
se non si gestisce bene la risorsa acqua può essere fonte di conflitti. Il creato
deve essere goduto da tutti perché il Signore lo ha dato a tutti: l’aiuto allo sviluppo
così non deve essere un’elemosina. R. - Nel vostro comunicato
fate riferimento fra le altre sfide anche alla questione della crescita demografica… R.
- Si è tanto insultata la crescita demografica come causa di sottosviluppo e invece
tutti quelli che propugnavano questa tesi si devono ricredere: prima di tutto perché
l’andamento demografico in moltissimi Paesi è diminuito a tal punto che la nascita
di bambini non raggiunge nemmeno la quota di rimpiazzo. Questo vuol dire che in questi
Paesi ci sarà una popolazione di vecchi, mentre negli altri Paesi che hanno avuto
una crescita demografica, questa non è stata un elemento di sottosviluppo. Vediamo
l’India; questa nazione adesso conta un miliardo e trecento milioni di abitanti. Ecco
perché la crescita demografica è piuttosto elemento di sviluppo che di sottosviluppo.