Al calo dell’offerta di droga risponde una stabilizzazione della domanda. Dalle pagine
del Rapporto mondiale dell'Onu sulla droga del 2009, presentato ieri a Palazzo Chigi,
emerge un quadro abbastanza favorevole nel mondo: a differenza di alcool e tabacco,
consumati su scala massiccia, solo il 5% della popolazione mondiale fa uso di stupefacenti.
Diversa la situazione in Italia. Il servizio è di Francesca Sabatinelli:
Stabilizzazione
in Europa dell’uso di tutte le droghe, calo negli Usa, Italia in netta controtendenza,
con un aumento dell’uso di cannabis e droghe sintetiche soprattutto tra gli adolescenti,
con oltre 300 mila consumatori di eroina, che portano la penisola al secondo posto
dopo il Regno Unito, e con un consumo di cocaina che la mette al terzo posto dopo
Regno Unito e Spagna. Il rapporto annuale dell’Unodoc, l'Ufficio delle Nazioni Unite
contro la droga e il crimine spiega come di fronte ai cinque milioni nel mondo di
morti per tabacco, al milione e 800 mila vittime di alcool, se ne registrino 200 mila
per droga, una cifra che comunque va abbattuta. Ascoltiamo Antonio Costa
direttore esecutivo dell’Unodc: “La strada è ancora molto lunga.
Ogni anno ci sono statistiche terrificanti anche se questa è una frazione dei morti
dovuti all’alcool o al tabacco. La mia preoccupazione è che, dopo una stabilità del
consumo di droga nei Paesi ricchi, i Paesi in via di sviluppo possano esserne fortemente
influenzati. Il mercato della droga sta cercando dei nuovi equilibri e la vulnerabilità
dei Paesi del Terzo mondo è una delle più grandi preoccupazioni che abbiamo”. Fondamentale
è affinare le campagne di sensibilizzazione dirette ai giovani, lavorare sull’informazione,
sulla prevenzione e sulla terapia. Il tossicodipendente non è un criminale, ha aggiunto
Costa, non va arrestato ma curato in ospedale e recuperato. I governi devono quindi
assicurare l’accesso alle terapie: “Le Nazioni Unite dicono
questo da anni ed ora mi fa piacere constatare che negli ultimi mesi il mondo risponde
ai nostri messaggi. Quando si parla di tossicodipendenza si parla di malati che devono
essere trattati, curati, reintegrati e sicuramente gestiti all’interno del sistema
sanitario nazionale”. La coltivazione della foglia di coca tra
Colombia, Perù e Bolivia è diminuita così come quella dell’oppio soprattutto in Afghanistan.
Ad essere in crescita sono invece i sequestri di cocaina ed eroina, resta però fondamentale
attuare misure più robuste per contrastare i narcotrafficanti. Ancora Antonio Costa: “Indubbiamente
il narcotraffico è la piaga terribile contro la quale si confrontano i maggiori Paesi
nel Centro America, nei Balcani e soprattutto nell’Africa Occidentale. Noi ci impegniamo
da tempo in favore dell’attività di repressione, anche con l’aiuto delle forze armate,
contro il narcotraffico in generale e contro le mafie. Devo purtroppo riscontrare
che la convenzione di Palermo, che è stata elaborata dalle Nazione Unite ed è entrata
in vigore nel 2003, contro la criminalità organizzata, non viene presa seriamente
in considerazione e questa è una delle mie più grandi preoccupazioni perché se non
si contrasta il narcotraffico, il rischio del perdurare della tossicodipendenza continuerà
ad esistere”.