2009-07-29 15:40:53

Onu: la violenza sessuale usata come arma di uso comune nei conflitti


“In numerosi conflitti contemporanei , la violenza sessuale ha assunto dimensioni ancora più brutali rispetto al passato, diventando un’arma per perseguire obiettivi militari, politici e sociali”: a denunciarlo nel suo ultimo rapporto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu è il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, secondo cui “il sistematico utilizzo della violenza come un’arma, principalmente sulle donne, è diventato di uso comune nei conflitti in Africa, Asia ed Europa”. Dopo aver lodato il Tribunale penale internazionale per il Rwanda con sede ad Arusha per aver classificato lo stupro come “forma di genocidio”, Ban Ki-moon ha rivolto un appello ai paesi interessati “perché rafforzino le misure protettive e di prevenzione nei confronti del fenomeno”, ricordando che le violenze “sono spesso perpetrate ai danni di civili, in totale violazione con il diritto internazionale e umanitario”. Il Segretario generale - riferisce l'agenzia Misna - ha ricordato che “questa piaga affligge da anni le regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo, e si stima che siano almeno 200.000 gli episodi di violenza sessuale registrati dall’inizio delle ostilità nel 1996”, sottolineando che si tratta di stime probabilmente inferiori alla realtà. Rilevanti, secondo il rapporto, sono anche altre forme di violenza sessuale ai danni dei civili come il rapimento a scopo di prostituzione forzata e la riduzione in schiavitù delle vittime, come nel caso del conflitto in Sierra Leone, dove donne e ragazze sono state rapite e costrette a sposare dei combattenti. A commettere questi crimini e ad alimentare la prostituzione sono, in alcuni Paesi, anche i soldati dell’esercito regolare, come denunciato più volte in Congo dalla missione dell’Onu (Monuc). Per invertire questa tendenza e assicurare la protezione dei civili, soprattutto donne, nelle zone di guerra i governo sono chiamati a “prendere misure concrete e assicurare i responsabili alla giustizia”, sottolineando che tali crimini sono alimentati “dal clima di totale impunità in cui spesso vengono commessi”. (R.P.)







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