2009-07-29 15:30:02

Mons. Miglio: al Sud più investimenti e solidarietà


In Italia il dibattito parlamentare è dominato in questi giorni dalla questione meridionale. Il tasso di sviluppo non competitivo, il fenomeno dell’emigrazione e la presenza della criminalità organizzata testimoniano ancora oggi le distanze delle regioni meridionali da quelle settentrionali. Di fronte a questo scenario si denuncia anche una diminuzione degli investimenti nel sud. Luca Collodi ne ha parlato con il vescovo di Ivrea e presidente della Commissione Cei per la pastorale sociale e il lavoro, mons. Arrigo Miglio:RealAudioMP3

R. – E’ proprio la critica che viene anche dalle varie istanze delle Chiese del sud e della Chiesa italiana. E' stato dimostrato che negli ultimi venti anni gli investimenti, anche quelli della pubblica amministrazione, sono molto diminuiti. Per cui c’è anche un problema di investimenti. Quello che si vuole mettere in evidenza sono due aspetti che in genere vengono trascurati nei dibattiti in altre sedi. Il primo è proprio una questione culturale. Credo davvero che ci sia da lavorare e da impegnarsi molto per una cultura unitaria di tipo diverso nel nostro Paese e anche di tipo solidaristico. Dire che il Paese non crescerà se non insieme non é uno slogan, ma una convinzione profonda. Continua poi anche l’emigrazione di forze giovani e di cervelli dalle regioni del sud. Anche questo, comunque, è un aspetto che non va trascurato. L’altro aspetto è quello di valorizzare le ricchezze umane e anche le ricchezze ecclesiali. Le Chiese del sud sono più giovani vivaci, ricche di vocazioni, ma anche di associazioni, di iniziative. Dunque il problema va bene al di là degli aspetti economici.
 
D. – Le regioni meridionali vengono spesso associate ad episodi di criminalità e a situazioni in cui spesso prevale la cosiddetta “arte dell’arrangiarsi”. E’ la disperazione che porta in alcuni casi a cercare soluzioni apparentemente più facili?
 
R. - Una certa rassegnazione, più che disperazione, sicuramente esiste. Soprattutto una delle difficoltà che viene messa in evidenza continuamente per le regioni del sud è la difficoltà di avere investimenti dal nord ma anche dall’estero. Questo è il segno di una debolezza che va affrontata un po’ alla radice. Quando parlavo di “aspetto culturale” mi riferivo anche ai fenomeni malavitosi che vengono più frequentemente citati o ostentati. Credo che non avrebbe senso fare un inventario quantitativo del numero di crimini nelle regioni del sud e nelle regioni del nord. Probabilmente avremmo delle sorprese. Quello che continua a colpirmi è il peso culturale che i fatti criminosi del sud continuano ad avere. Si crea una specie di circolo vizioso perché condizionano una mentalità e provocano questo tipo di rassegnazione. Questo poi diventa il terreno per il “furbetto” o i “furboni” che compiono questi gesti. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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