Il saluto di Benedetto XVI alle Forze dell'ordine a Les Combes: "Grazie, siete stati
angeli custodi discreti ed efficienti". In serata l'arrivo a Castel Gandolfo
Siete stati come degli “angeli custodi, discreti ed efficienti”. Con queste parole,
Benedetto XVI ha ringraziato oggi i membri delle varie Forze dell’ordine e di altri
corpi, che in questi 17 giorni hanno garantito la sicurezza del suo soggiorno a Les
Combes, in Valle d’Aosta. Durante l’incontro, organizzato verso mezzogiorno nel prato
antistante la residenza salesiana che lo ha ospitato, il Papa si è soffermato anche
sull’infortunio al polso, che ha rivelato di aver vissuto come un invito da parte
di Dio all’“umiltà”. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Un breve
saluto, grato e venato di umorismo, con parole che partono dal cuore anche quando
fanno sorridere. Si è voluto congedare così Benedetto XVI da chi - e sono state alcune
centinaia di persone - ha eretto attorno a lui in queste due settimane una rete di
protezione umana praticamente invisibile, se considerata la sua consistenza e l’area
relativamente ridotta sulla quale era dislocata. Polizia, Protezione Civile, Vigili
del Fuoco, gli uomini dell’Ispettorato di Polizia presso il Vaticano, quelli della
Gendarmeria e dei Servizi Sanitari del Vaticano. Tutti accomunati in questo ideale
abbraccio del Papa: “Cari amici, alla fine di queste
due settimane di vacanze, posso soltanto di tutto cuore dire ‘grazie’ a voi per il
vostro servizio così competente, discreto ed efficiente. Siete stati come gli angeli:
gli angeli sono invisibili, ma nello stesso tempo efficienti. Così avete fatto anche
voi. Eravate invisibili per me, ma sempre efficienti”. Benedetto
XVI ha detto di aver trascorso giorni di riposo immerso in una “pace celeste”, un
silenzio interrotto - ha detto - dai “suoni del Creatore”, come quello degli uccelli.
Parole di apprezzamento per la bellezza naturale di Les Combes che l’infortunio al
polso non ha turbato. Il Papa ne ha parlato tornando al concetto dell’Angelo custode,
con simpatia e profondità spirituale: “Purtroppo il
mio angelo custode non ha impedito il mio infortunio, seguendo certamente ‘ordini
superiori’… Forse il Signore voleva insegnarmi maggiore pazienza ed umiltà, darmi
più tempo per la preghiera e la meditazione”. Nel
pomeriggio, verso le 16.30, Benedetto XVI riceverà il saluto del vescovo di Aosta,
Giuseppe Anfossi, delle autorità regionali e dei responsabili comunali di Introd.
Quindi, la partenza in elicottero verso l’aeroporto di Torino-Caselle e di lì il volo
verso lo scalo di Roma-Ciampino, da dove il Papa raggiungerà in auto la sua residenza
estiva di Castel Gandolfo.
Per un resoconto sulla breve cerimonia di questa
mattina, Sergio Centofanti ha raggiunto telefonicamente a Les Combes il direttore
della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi:
R. – Questo
è un rito, evidentemente, necessario e bello alla conclusione di ogni permanenza del
Papa nelle sue residenze estive. Il Papa, lungo il vialetto, mentre arrivava dalla
sua residenza, ha incontrato un gruppo di giovani salesiani – circa 35 – che sono
i giovani salesiani dell’Ispettoria del Piemonte, che stanno facendo un incontro formativo
proprio qui, in Valle d’Aosta; il Papa li ha salutati insieme al loro ispettore, con
molto calore. Poi, si è recato nel posto da cui recita l’Angelus nel giorno della
domenica, e davanti a lui, nel grande prato dove stanno normalmente i fedeli, si erano
schierati, in modo molto ordinato, tutti i vari Corpi che hanno svolto servizio per
la sicurezza e per il buon andamento della permanenza del Papa. Il Papa ha dato un
saluto molto spiritoso, molto carino, con riferimento alla custodia degli Angeli nei
suoi confronti, e poi si è spostato lungo il prato e ha fatto le foto di gruppo con
tutti i singoli Corpi che erano presenti: le forze di polizia, i vigili del fuoco,
la protezione civile, l’esercito, i carabinieri … ecco, quindi: c’erano tanti gruppi
e ognuno ha avuto la sua foto con il Papa. Anche i giornalisti che erano presenti
hanno avuto una loro foto con il Papa e hanno potuto rivolgergli alcune domande, parlare
un attimo con lui in forma molto affabile e simpatica. Il Papa è apparso direi veramente
in ottima forma: quindi nonostante il suo piccolo incidente, il periodo di vacanza
qui in Val d’Aosta ha raggiunto proprio bene il suo risultato.
D.
– Che bilancio si può fare di questo soggiorno in Val d’Aosta?
R.
– E’ un bilancio positivo. Come tutti sappiamo è stato un po’ diverso da quello che
era stato previsto, quindi non tanto di scrittura degli ulteriori capitoli del libro
su Gesù, quanto piuttosto di riflessione, di lettura e di preghiera anche in conseguenza
dell'incidente. Ma, come ha detto il Papa molto spiritosamente, c’è sempre qualche
cosa da imparare e anche l'incidente ha avuto i suoi frutti spirituali per il Pontefice.
La
decisione di conferire a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria di Introd è solo l’ultimo
atto con il quale la comunità valligiana ha deciso di suggellare il proprio affettuoso
attaccamento al Papa. Il sindaco di Introd, Osvaldo Naudin, si fa interprete
dei sentimenti dei suoi concittadini al microfono di Alessandro De Carolis:
R. – L’esperienza
mia personale e quella di tutta la popolazione in questo periodo è stata molto importante
e toccante. E’ per questo che noi vogliamo custodire - anche gelosamente - tutti i
ricordi di Benedetto XVI. La nostra popolazione sa rispettare i motivi per cui un
Papa sceglie di venire da noi: la riservatezza, la tranquillità, l’ambiente, la natura
che lo circonda. A parte Castel Gandolfo, non è da tutti i Comuni avere la fortuna
di ospitare due Papi. Per noi è stato un grande onore e una grande esperienza, anche
morale, poterlo fare.
R. - Come è nata la decisione
di conferire la cittadinanza onoraria al Papa da parte del vostro Comune?
R.
- E’ grande l’entusiasmo per questo documento, che il Consiglio comunale l’altra settimana
ha votato all’unanimità. Con ciò, abbiamo voluto far sentire al Santo Padre la vicinanza
di tutta la comunità di Introd - che è di profonda tradizione cattolica - per la guida
importante che il Papa rappresenta per l’umanità. Sarà una nostra delegazione a scendere
a Roma - a suo tempo ci metteremo d’accordo a livello di cerimoniale - per consegnargli
questa onorificenza da parte del Consiglio comunale.
Da
Les Combes a Castel Gandolfo, è ora la cittadina dei Castelli Romani a prepararsi
come ogni anno a ricevere il Papa. Per diverse settimane, Benedetto XVI si tratterrà
nel Palazzo apostolico che sorge nel complesso delle Ville Pontificie, dove presiederà
gli Angelus domenicali e dove riprenderà le udienze generali del mercoledì, a partire
dal prossimo 5 agosto. Sull’imminente arrivo di Benedetto XVI, Luca Collodi
ha sentito mons. Marcello Semeraro, vescovo della diocesi di Albano nel cui
territorio si trova la città di Castel Gandolfo:
R. - E’ una
presenza occasionale eppure in qualche maniera stabile, e questo per noi è motivo
di orgoglio e al tempo stesso anche di responsabilità e d’impegno. Sentire il Papa
vicino, anche fisicamente, è per noi un incoraggiamento a sentire “con” la Chiesa,
essere vicini al Papa e aderenti in pieno al suo magistero.
D.
- Ci saranno delle iniziative che caratterizzeranno questa presenza del Papa ai Castelli
romani?
R. - L’unica cosa che al momento è prevista
è la celebrazione, ormai tradizionale, della Santa Messa nel giorno dell’Assunta,
all’interno della chiesa parrocchiale. Ci sono poi altri appuntamenti che sono stabiliti
di volta in volta: so già, per esempio, che domenica 2 agosto, nel pomeriggio, si
terrà nel Palazzo apostolico un concerto in onore del Santo Padre. Poi, verranno comunicati
anche altri appuntamenti, tenendo presente che il periodo che il Santo Padre trascorre
qui è un periodo di riposo ed allora non si dà molta ufficialità.