Congo: le Chiese cristiane denunciano le violenze contro le donne
Sono decine di migliaia le donne che hanno subito violenze nella Repubblica Democratica
del Congo. Su questo problema, l'arcivescovo di Kinshasa, monsignor Laurent Monsengwo
Pasinya, ha esortato Governo e società a mobilitarsi. Il dramma delle donne violate
è stato al centro degli interventi non solo di monsignor Monsengwo, ma anche del segretario
generale del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc), Samuel Kobia, in occasione di
un incontro ecumenico svoltosi a Kinshasa. Sulla questione, l'arcivescovo della capitale
congolese ha affermato che “la violenza contro il sesso femminile contraddice l'armonia
originale voluta da Dio tra l'uomo e la donna”. “La donna è stata donata all'uomo
come un aiuto che gli fosse simile e una compagna della sua stessa natura - ha aggiunto
- creata a immagine e somiglianza di Dio, ossia dotata della ragione e del libero
arbitrio”. Il presule ha sottolineato che “le violenze sono agli antipodi della cultura
africana, in cui la donna è considerata come una madre e la cui missione è fortemente
esaltata nella società, poiché la madre è fonte di vita. Le violenze perciò denotano
una barbarie estranea alla visione cristiana e alla saggezza africana”. “E' fondamentale
che le forze di Governo, la società civile, le organizzazioni di difesa dei diritti
umani e le confessioni religiose si mobilitino”, ha concluso. Dal canto suo, Samuel
Kobia ha esortato le comunità ecclesiali a mettere al centro dell'attenzione la questione
nei suoi molteplici aspetti, sottolineando che “relegano ancora la violenza nella
sfera privata e la considerano soltanto dal punto di vista fisico”. Il primo passo
da compiere, ha osservato, è “quello di riconoscere che la violenza realmente esiste”.
“Questo significa affrontare il problema pubblicamente, nelle nostre comunità, nella
nostra assemblea parlamentare e nelle nostre accademie”, ha rilevato. Secondo dati
dell'ospedale di Panzi, a Bukavu, Sud Kivu, solo nel 2008 sono state 3.500 le donne
assistite per i traumi subiti. La Chiesa cattolica ha lanciato da tempo l'allarme
per le violenze contro le donne congolesi. In un rapporto della Commissione Giustizia
e Pace dell'Arcidiocesi di Bukavu ci si riferisce a “una barbarie inimmaginabile della
quale bisogna parlare perché a volte si ha più paura del silenzio dei buoni che della
barbarie dei cattivi. Le violenze contro le donne sono considerate come un modo d'infliggere
la morte a un'intera comunità. È un modo di colpire al cuore stesso della comunità”.
Secondo il rapporto, l'area più colpita dai crimini è quella di Walungu, nel distretto
di Kaniola. (V.V.)