2009-07-27 07:57:37

Iran: licenziati altri ministri


In Iran, si complica la crisi politica scoppiata dopo la contestata rielezione del presidente Ahmadinejad. Oltre alle continue proteste dell’opposizione, che ha chiesto alle autorità di poter commemorare le vittime delle manifestazioni dei giorni scorsi, anche all’interno della maggioranza la situazione è tesa. Dopo il suo vice, Ahmadinejad ha dovuto licenziare altri quattro ministri per volere della guida spirituale, Alì Khamenei. Che significato dare a questa situazione? Gabriella Ceraso lo ha chiesto al giornalista iraniano Bijan Zarmandili:RealAudioMP3

D. - Più che un cambiamento dei programmi e delle alleanze all’interno, io direi che a questo punto le dimissioni di questi ultimi ministri seguono in realtà quelle del vice di Ahmadinejad. Costui è stato costretto a rinunciare al proprio vice e questo per ordine diretto di Ali Khamenei, la guida della rivoluzione. Ciò significa che si è spostato, in un certo senso, il conflitto tra l’opposizione e il regime di Ahmadinejad. Si è spostato all’interno dello stesso regime, nel senso che gli ultraconservatori - quelli che hanno finora sostenuto la candidatura e la presidenza di Ahmadineajd - pensano a questo punto che lui sia il personaggio più debole e, quindi, in qualche modo vogliono ostacolare la sua ulteriore ascesa.
 
D. - Come risponderà il regime alla richiesta di commemorare le vittime delle proteste?
 
R. - Probabilmente, cercheranno di non accentuare il conflitto in atto e tuttavia non possono neppure lasciare che ci siano di nuovo milioni di persone che criticano il regime. Questo, in realtà, è un dilemma del governo e del regime e di questo dilemma sta giustamente approfittando anche l’opposizione, nel senso che alla scadenza precisa chiede di scendere in piazza per mostrare la propria forza.








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