Gli Stati Uniti cercano di rilanciare il processo di pace in Medio Oriente con la
missione dell’emissario della Casa Bianca, Geoge Mitchell, in Siria, Israele e Territori
palestinesi. Un percorso, che Washington vorrebbe far passare anche dalla ripresa
del negoziato di pace fra Damasco e Tel Aviv. Ieri, infatti, l’inviato del presidente
Obama è sbarcato in Israele, seconda tappa mediorientale dopo la Siria. E resta cruciale
nel contesto mediorientale anche il Libano dove una fragile tregua con Israele è mantenuta
dal contingente militare internazionale dell’Unifil. Il servizio del nostro inviato
in Libano, Luca Collodi:
Aumenta dunque
il pressing diplomatico della comunità internazionale sull’intera regione mediorientale
con l’obiettivo di rilanciare il dialogo. Intanto, l'Egitto è attualmente impegnato
in una mediazione tra al Fatah e Hamas, i due movimenti palestinesi rivali, per la
costituzione di un governo di unità nazionale. Un dialogo, che ha spinto recentemente
la Casa Bianca a sbloccare 200 milioni di dollari in favore dell’Autorità Nazionale
Palestinese. Sulle ragioni di questa decisione, Salvatore Sabatino ha intervistato
Maria Grazia Enardu, docente di Relazioni internazionali presso l’Università di Firenze: