Lo stato dei lavori di restauro della Biblioteca Vaticana: la riapertura nel 2010
A due anni dall’inizio dei lavori di restauro, la Biblioteca Apostolica Vaticana ha
incrementato, nonostante la chiusura, alcuni servizi. Tra questi è stato dato particolare
impulso al catalogo online e alla riproduzione fotografica dei manoscritti. La Biblioteca
sarà di nuovo accessibile al pubblico a partire dal 2010. Per un bilancio sui lavori
condotti finora, ascoltiamo al microfono di Fabio Colagrande, il prefetto della
Biblioteca, mons. Cesare Pasini:
R. – Due
anni sono passati, quindi diciamo i due terzi del periodo di chiusura; posso dire
che alcune cose già si sono risolte. Era stato trasferito il laboratorio fotografico
e il laboratorio di restauro per poter rimettere a nuovo quegli ambienti: il laboratorio
fotografico è già rientrato negli ambienti ristrutturati ed è per davvero un laboratorio
bellissimo; chi c’era tre anni fa mi dice che è veramente pieno di luce. Fra due mesi
circa, anche il laboratorio di restauro ritornerà in questa zona e per questo aspetto,
noi stiamo già procedendo molto celermente. Un altro lavoro che mi preme sottolineare
e che penso sia tanto interessante per gli studiosi che si aspettano di consultare
di nuovo i nostri manoscritti – che è il nostro tesoro più bello, più importante –
è il fatto che i manoscritti, pure essi usciti dalla Biblioteca e conservati temporaneamente
presso l’Archivio Segreto Vaticano, finalmente stanno rientrando. Direi, passo dopo
passo – sono trasferimenti molto delicati – ma il loro rientro è iniziato. D.
– Ci sono iniziative particolari in occasione della riapertura, di cui può già parlarci
in maniera più generica, magari? R. – Certo! Per esempio, una
iniziativa è quella di pubblicare – quindi di presentare e divulgare – un primo volume
della Storia della Biblioteca Apostolica Vaticana: una vera storia della Biblioteca
in più volumi non esiste; soprattutto, non esiste in una modalità che vuole essere
anche di divulgazione, accessibile a tutti i curiosi interessati ad una storia come
quella della Biblioteca, così ricca. E ci è sembrato molto bello ri-aprire la Biblioteca
agli studiosi e, allo stesso tempo, riaprire nella conoscenza con questo inizio della
sua storia. Il primo volume sarà legato al periodo iniziale della Biblioteca, quindi
andiamo alla seconda metà del Quattrocento e ai primi decenni del Cinquecento, quando
fu Papa Nicolò V a sguinzagliare persone alla raccolta di manoscritti o comunque a
raccogliere quelli che già c’erano, facendone una biblioteca aperta: aperta all’utilizzo,
al pubblico, agli studiosi. D. – Si parla anche di un convegno
per quella data? R. – E’ un convegno strutturato su due poli.
Un primo polo è la Biblioteca come luogo di ricerca: riaprendola, abbiamo chiesto
aiuto ai vari studiosi che in qualche modo la frequentavano e la frequenteranno, di
dirci che cosa si è fatto negli ultimi 50, 60 anni nelle varie tematiche. Una seconda
parte del convegno sarà invece dedicata a presentarci: non ad “auto-lodarci”, però
a dire: cos’è questa Biblioteca al servizio degli studi? Di che cosa vive? Che cosa
fa? E allora, il personale interno farà passare le varie strutture e i vari servizi:
il dipartimento dei manoscritti e degli stampati, il gabinetto numismatico, le esposizioni,
la scuola di economia, i laboratori – quello di restauro, il laboratorio fotografico
- le edizioni, l’editoria, le pubblicazioni che facciamo … Ecco, un po’ tutto questo. D.
– Dire una parola – “biblioteca” – è come dire nulla di fronte a questa molteplicità
di settori che ci sono all’interno … R. – Sì. Quando si accosta
più da vicino una biblioteca e una biblioteca così particolare, come lo è la Biblioteca
Vaticana, ci si accorge di quante ramificazioni vi sono nel suo operare, nel suo agire
e nei suoi contatti, anche! (Montaggio a cura di Maria Brigini)