La benedizione del Papa all’Angelus per tutti i nonni del mondo, nell’odierna festa
di Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù
Oggi, nella Festa dei Santi Gioacchino ed Anna, genitori di Maria, il pensiero del
Papa all’Angelus è corso a tutti i nonni del mondo, chiamati all’importante compito
educativo dei nipoti. Benedetto XVI, che sta per lasciare la residenza estiva di Les
Combes, ha condiviso con i fedeli una riflessione sul ruolo dei sacerdoti in ogni
tempo, ringraziando infine tutti quanti lo hanno accolto con affetto e dedizione nel
periodo feriale trascorso in Val d’Aosta. Il servizio di Roberta Gisotti. Tanti i fedeli,
circa 5 mila, giunti da diverse regioni italiane e da altri Paesi a salutare Benedetto
XVI nella casa salesiana di Les Combes, prima della sua partenza prevista mercoledì
prossimo, dopo due settimane di riposo, “tra le belle montagna della Valle d’Aosta”.
“Giornate segnate da vera distensione, malgrado il piccolo infortunio”, ha sottolineato
il Papa ringraziando con affetto coloro che sono stati accanto a lui “con discrezione
e grande dedizione”: il l’arcivescovo di Torino, cardinale Poletto, il vescovo di
Aosta mons. Anfossi, il parroco di Les Combes, le autorità civili e le forze dell’Ordine
e quanti lo hanno seguito per radio e Tv. Si è poi soffermato
sulla pagina evangelica di Giovanni, laddove racconta di Gesù che diede da mangiare
a migliaia di persone con solo cinque pani e cinque pesci, traendo spunto per una
riflessione sulla missione sacerdotale: “In questo Anno Sacerdotale,
come non ricordare che specialmente noi sacerdoti possiamo rispecchiarci in questo
testo giovanneo, immedesimandoci negli Apostoli, là dove dicono: Dove potremo trovare
il pane per tutta questa gente? E leggendo di quell’anonimo ragazzo che ha cinque
pani d’orzo e due pesci, anche a noi viene spontaneo dire: Ma che cos’è questo per
una tale moltitudine? In altre parole: che sono io? Come posso, con i miei limiti,
aiutare Gesù nella sua missione? E la risposta la dà il Signore: proprio mettendo
nelle sue mani “sante e venerabili” il poco che essi sono, i sacerdoti diventano strumenti
di salvezza per tanti, per tutti!” Il pensiero del Santo Padre è corso
poi ai Santi Gioacchino ed Anna, “i genitori della Madonna – ha ricordato – e dunque
i nonni di Gesù”. Da qui l’invito a pregare per tutti i nonni “che nella famiglia
sono i depositari e spesso i testimoni dei valori fondamentali della vita”. “Il
compito educativo dei nonni è sempre molto importante, e ancora di più lo diventa
quando, per diverse ragioni, i genitori non sono in grado di assicurare un’adeguata
presenza accanto ai figli, nell’età della crescita. Affido alla protezione di sant’Anna
e san Gioacchino tutti i nonni del mondo, indirizzando ad essi una speciale benedizione”. Non
solo i nonni ma gli anziani tutti, nei saluti finali del Papa “specialmente quelli
- ha voluto ricordare – che potrebbero trovarsi più soli e in difficoltà.” Poi una
raccomandazione rivolto ai pellegrini nelle varie lingue, “a ritirarsi in silenzio
per pregare” in questo periodo e “a non dimenticare Dio durante le vacanze”, perché
siano “un periodo di grande gioia passato insieme alle famiglie e di profondo rinnovamento
spirituale”, e “che in ogni famiglia regni lo spirito d’amore e di fedeltà”, che unì
Gioacchino ed Anna. Commovente la presenza tra i fedeli di una ragazza di Torino in
coma da 18 anni e di diversi bambini malati, che il Papa ha potuto benedire. Infine
un indirizzo in dialetto valdostano.
“Cher Valdôtains, ze si fran
content d’itre inquie avui vo. Preiode pe me e pe totta l’Eglieise. A cieutte ze suetto
on bon izoten!” (Cari Valdostani, sono proprio contento di essere qui
con voi. Pregate per me e per tutta la Chiesa. A tutti auguro una buona estate!) Prima
dell’Angelus con il Papa la comunità di Les Combes ha partecipato alla Messa presieduta
dal vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, concelebrata dai vescovi di Ivrea, Asti, Mondovì
e Ventimiglia-San Remo. In questa occasione, mons. Anfossi ha rimarcato come la sua
diocesi abbia accolto per ben 13 volte un Papa, interrogandosi sul significato più
profondo di questo privilegio, “un invito a non lasciar cadere le grazie particolari”
che vengono dalla persona di Benedetto XVI e dai suoi insegnamenti, per “approfondire”,
per “studiare più di quanto non facciamo di solito” – ha sottolineato il presule –
e “meditare religiosamente” su ciò che dice e scrive il Papa.