2009-07-25 15:07:10

Il polso del Papa sottoposto ad esame radiologico. I medici: "Decorso clinico buono". Attese migliaia di persone all'Angelus di domani a Les Combes


Mentre la frazione valdostana di Les Combes si prepara ad accogliere le persone - previste in qualche migliaio - che domani parteciperanno alla recita dell’Angelus presieduta dal Papa, questa mattina Benedetto XVI è stato sottoposto alla prevista radiografia al polso infortunato, che ha mostrato “un decorso buono” della frattura. L’esame si è svolto nelle vicinanze dello chalet che ospita il soggiorno estivo del Pontefice, come spiega il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

R. - La mattina si è svolta normalmente. Poi, intorno alle 11.40, c’è stato il previsto controllo medico, ad un settimana circa dalla frattura e dall’intervento. Il controllo ha avuto luogo nella Colonia salesiana, in un locale appositamente attrezzato - la Colonia è vicinissima alla residenza del Santo Padre - e i risultati sono molto buoni. Il decorso clinico ha mostrato di essere buono e corrispondente a quanto previsto. Nell’occasione, si è tolto il tutore in vetroresina che immobilizza e protegge il polso del Papa, per permettere il controllo, e poi ne è stato applicato uno nuovo. Alla fine del controllo, il Papa ha salutato cordialmente, e sorridendo, tutti i medici, tutti i membri dell’équipe: un clima molto sereno, quindi, molto familiare. All’esame hanno partecipato i due medici vaticani che seguono il Papa qui - il suo medico personale, il dott. Polisca, e il dott. Berti - e poi naturalmente il dott. Manuel Mancini, il primario ortopedico di Aosta che ha operato il Santo Padre. Era anche presente, come già annunciato, il prof. Vincenzo Sessa, che è il primario ortopedico del Fatebenefratelli di Roma, che collabora dal punto di vista specialistico con i Servizi sanitari vaticani e che sarà colui che seguirà dal punto di vista ortopedico il Santo Padre, al suo ritorno a Castel Gandolfo e a Roma. Così si sono poste le premesse per una continuità adeguata dell’assistenza medica al Pontefice.

 
D. - Dopo il bagno di folla di ieri ad Aosta, molte persone sono attese anche per domani proprio a Les Combes per la recita dell’Angelus. Qual è la situazione della vigilia?

 
R. - Qui è tutto molto tranquillo, ma nella mattina sono state preparate le attrezzature per le trasmissioni audio e video. Molti sono inoltre i gruppi che si sono annunciati. Si tratta, come di consueto, di gruppi di diverse località della Valle d’Aosta e poi di numerosi gruppi di giovani cattolici o di organizzazioni cattoliche - di oratori, di parrocchie, di associazioni - che stanno facendo le loro vacanze nelle tante località della Valle che sono molto idonee per questo. Provengono da regioni anche lontane - dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dalla Toscana - e si prevede la partecipazione di diverse migliaia di persone, forse circa 5 mila. Alle 10.30, il vescovo di Aosta, mons. Anfossi, celebrerà una Messa per i fedeli che saranno in attesa e con lui concelebreranno il vescovo di Ivrea, mons. Miglio, il vescovo di Mondovì, mons. Pacomio, il vescovo di Asti, mons. Ravinale, il vescovo di Ventimiglia, mons. Careggio. E per l’Angelus è atteso anche il cardinale arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Dunque, ci sarà certamente una bella presenza intorno al Santo Padre.

 
D. - In queste ore è stata sollevata la questione del possibile rischio che appuntamenti collettivi, come ad esempio le udienze generali, possono rappresentare per la salute dei partecipanti, in relazione alla diffusione del virus della Nuova influenza. Cosa si può dire, in merito?

 
R. - Io ho letto l’intervista rilasciata dal prof. Rocchi all’Osservatore Romano e mi sembra assolutamente priva di ogni motivo di particolare preoccupazione. Il prof. Rocchi ha spiegato che, naturalmente, anche il Vaticano tiene conto di eventuali indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o delle autorità sanitarie italiane, qualora ci siano delle epidemie in corso, per evitare - se il caso - assembramenti che facilitino la diffusione del virus. Ma non ha affatto detto che questa sia una situazione incombente o vicina o prevedibile. Quindi, ha fatto presente un criterio di prudenza, di saggezza, che è generale. Ricordo, per esempio, pochi mesi fa in Messico, nella prima fase dell’epidemia che suscitava delle preoccupazioni, l’arcivescovo di Città del Messico ha invitato i fedeli a non recarsi la domenica a Messa nelle chiese per evitare, appunto, occasioni che potessero essere di rischio o di preoccupazione. La situazione poi si è normalizzata e tutto ha ripreso a funzionare normalmente. Quindi, si tratta di una normale, naturale prudenza che coinvolge anche le comunità cristiane, quando ciò è necessario. Ma non mi pare affatto che questo sia qualcosa di imminente, non ha certo detto questo il professor Rocchi.







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