Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa 17.ma Domenica del Tempo ordinario la Liturgia ci propone il passo del Vangelo
in cui una gran folla, circa cinquemila uomini, segue il Maestro in Galilea. Ma resta
senza cibo. Gesù allora compie il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
La folla, saziata, esclama:
«Questi è davvero il profeta, colui che viene
nel mondo!».
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo,
don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:
(musica)
Ognuno,
mettendosi in viaggio, si procura prima quel che serve al suo sostentamento. Così
avrebbero dovuto fare quei cinquemila uomini nel disporsi a seguire Gesù nella regione
di Galilea. Ma non fu così. Il seguire quell’uomo, l’ascoltarlo mentre insegnava,
il guardarlo mentre guariva, li aveva rapiti al punto che non si erano accorti di
essere rimasti sguarniti di cibo. In un certo senso Gesù era corresponsabile della
situazione nella quale ora si trovavano e si fa carico Egli stesso della loro esigenza
naturale di mangiare. Egli stesso procura loro il cibo.
Nella
sequela di Gesù salta il pessimo dualismo tra le necessità “pratiche”, “materiali”
della vita e quelle “spirituali”. Tutto è ricondotto all’unità “in Lui”.
E’
una lezione, perché impariamo a seguirlo in maniera indivisa. E’ una lezione per coloro
che in nome delle loro immancabili faccende “pratiche” tralasciano il cibo spirituale.
E’ una lezione anche per coloro che in nome di una fraintesa esistenza spirituale
si disinteressano programmaticamente dei pani e dei pesci.
Gesù
ricompone la nostra umanità divisa. “Sia che mangiate, sia che beviate, sia che facciate
qualsiasi altra cosa, fate tutto per la gloria di Dio” (1Cor 10, 31).