2009-07-24 14:44:29

Usa: dibattito acceso sulla riforma sanitaria. La posizione della Chiesa


E’ sempre più acceso il dibattito sulla riforma sanitaria negli Stati Uniti. La riforma del sistema sanitario – ha detto nei giorni scorsi il presidente Barack Obama - è centrale per l’economia statunitense e per uscire dalla crisi. I vescovi statunitensi, da parte loro, hanno sottolineato che “una sana riforma sanitaria che rispetti la vita e la dignità di tutti è un imperativo morale”. Ascoltiamo Cathy Sailey, direttore per lo sviluppo sociale del dipartimento di giustizia, pace e sviluppo sociale della Conferenza episcopale degli Stati Uniti. L'intervista è di Emer McCarthy, della redazione inglese della nostra emittente:RealAudioMP3

R. – There’s actually consensus among everybody that the Health Care System needs …
In questo momento tutti sono d’accordo sul principio che il sistema sanitario debba essere riformato ma è anche vero che il consenso si ferma a questo punto. Ora si tratta di considerare come ci si arriva alla riforma e chi sarà tutelato: questo è l’oggetto del dibattito. Poi ci si chiede come pagarlo: non stiamo parlando di miliardi di dollari, ma di migliaia di miliardi di dollari. Sono queste le cifre di cui si parla oggi! I vescovi, in un loro comunicato, hanno detto che è necessario creare un sistema con un finanziamento trasparente, in modo che i costi possano essere suddivisi equamente e in maniera trasparente tra i contribuenti, che si tratti di fornitori di servizi, ospedali, pazienti, utenti, compagnie assicurative o del governo stesso. Ciascuno ha il proprio ruolo, ma tutto deve avvenire con giustizia. C’è un grande dibattito, perfino tra gli stessi Democratici, sulla domanda: come si pagherà, questa riforma?

 
D. – Un altro aspetto è quello dei poveri e degli immigrati regolarizzati …

 
R. – Right now, there is a five-year bar on legally present immigrants …
Attualmente, esiste un divieto di accesso all’assistenza medica di cinque anni per gli immigrati presenti legalmente negli Stati Uniti. Questo rientra nel programma per i poveri. I vescovi sostengono l’assistenza medica per tutti, indipendentemente dal fatto che qualcuno sia qui con lo status di legalità o senza, indipendentemente dal fatto che essi lavorino o no, e dal luogo dove sono nati … Invece la realtà politica ci dice che ottenere copertura per immigranti clandestini è pressoché impossibile. Però si deve ottenere almeno una copertura medica per gli immigrati legali, che vivono la stessa realtà dei cittadini americani: pagano le tasse, hanno i documenti in regola e via dicendo. Si deve almeno creare un via libera per coloro che sono qui legalmente.

 
D. – Un altro ambito nel quale c’è dissenso è ovviamente quello dell’eventualità che i fondi provenienti dalle tasse possano essere utilizzati per finanziare gli aborti. Qual è la posizione a questo proposito nell’attuale dibattito sulla riforma del sistema sanitario nazionale?

 
R. – It’s a contentious issue. In the United States, of course, abortion is legal …
Questo è un argomento controverso. E’ noto che, negli Stati Uniti, l’aborto è legale. In questo momento e con la legislazione attuale, negli Stati Uniti, ci sono due leggi in particolare: una si chiama “Hyde Amendment” e vieta il finanziamento pubblico dell’aborto in tutti i maggiori programmi sanitari. E questo ha trovato consenso negli Stati Uniti: pur essendo legale, l’aborto non può essere finanziato con fondi pubblici, non si possono costringere i contribuenti a pagare per l’aborto di qualcun altro. Poi, dal 2004, abbiamo anche il “Welden Amendment” che introduce l’obiezione di coscienza ai fornitori di servizi, alle organizzazioni, agli ospedali o anche agli individui, come ai medici. Fa sì che non possano essere discriminati per il fatto di rifiutarsi di eseguire un aborto: ci aspettiamo che queste leggi possano essere inglobate nel pacchetto-sanità e che nessun fornitore di servizi possa essere obbligato a eseguire aborti o pagare per essi.







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