2009-07-24 14:07:44

Stasera, apertura straordinaria dei Musei Vaticani dalle 19 alle 23, con l'ultimo ingresso alle 21.30


Godere di una speciale serata tra la Cappella Sistina e le Stanze di Raffaello, ammirando alcune tra le più straordinarie opere dell’arte mai prodotte dall’uomo. E’ quanto promettono i Musei Vaticani con l’annunciata apertura straordinaria di questa sera. I visitatori che si prenoteranno potranno entrare nei Musei tra le 19 e le ore 23, con l’ultimo ingresso alle ore 21.30. Il percorso tipo includerà, oltre alla Sistina e alle Stanze raffaellesche, il Cortile Ottagono, le Gallerie Superiori dei Musei Vaticani e quelle della Biblioteca Apostolica. In questo servizio, Alessandro De Carolis ripercorre brevemente i 500 anni di storia dei Musei Vaticani:RealAudioMP3

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Un provvidenziale colpo di zappa. Quell’eccezionale, ricchissima e variegata raccolta di opere che va sotto il nome di Musei Vaticani deve la sua nascita al colpo sul terreno dato da un contadino che il 14 gennaio 1506 stava lavorando in una vigna romana sul Colle Oppio. Il pezzo di marmo tornito che dopo qualche altro colpo fuoriuscì dalla terra smossa lasciò verosimilmente a bocca aperta l’uomo e più ancora i due emissari che Papa Giulio II mandò a verificare non appena appresa la notizia. Michelangelo Buonarroti e l’architetto e scultore Giuliano da Sangallo videro emergere dalla terra il celebre gruppo marmoreo del Laocoonte, che un mese dopo fu esposto in Vaticano. Quella scultura fece scoccare in Giulio II la scintilla di un’idea poi divenuta un progetto perseguito, con gradi diversi di attenzione e passione, dai successori fino ad oggi: creare in Vaticano degli spazi dove raccogliere capolavori dell’arte da esporre ai visitatori. Da quel primo “Cortile delle Statue”, oggi Cortile Ottagono - che ospita fra l’altro il celeberrimo Apollo del Belvedere - lo scrigno si è arricchito di tesori inestimabili: la Cappella Sistina e le Stanze e la Loggia di Raffaello sono solo le vette rinascimentali di una collezione che ha sia risalito all’indietro la storia dell’arte classica e medievale - come dimostrano il bellissimo Evangelario di Lorsch, squisita miniatura di fattura carolingia, o il “Polittico Stefaneschi” di Giotto - sia percorso i secoli successivi, acquisendo, ordinando ed esponendo innumerevoli esempi di eccellenza artistica.

 
Il Museo Pio-Clementino del XVIII secolo - dal nome dei Papi Clemente XIV e Pio VI - è il primo esempio di questa precisa volontà culturale. Come lo sono i fregi, i sarcofagi e le sculture esposte nel Museo Chiaramonti voluto da Pio VII, o il Museo Etrusco, ricco di reperti provenienti dagli scavi dell'Etruria, o il Museo Egizio che riporta il visitatore indietro di millenni tra papiri e mummie, entrambi sorti per desiderio di Gregorio XVI. Tra i meno conosciuti eppure ricco di grande fascino è il Museo Missionario Etnologico, fondato da Pio XI, che stipa oggetti e opere d’arte dei cinque continenti, donati ai Papi o portati da missionari, e che racconta storie e usi di civiltà, alcune addirittura scomparse, dall’Africa, alla Cina, all’Oceania. Sempre a Pio XI si deve la creazione della Pinacoteca Vaticana, che riunisce tele di Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Leonardo da Vinci, assieme a ceramiche e arazzi. Ma anche l’arte cristiana antica o quella esposta nel Museo Profano Lateranense - con statue, bassorilievi, mosaici di età romana - sono altri “pezzi” di questo infinito complesso di stanze, cappelle, gallerie, palazzi, ulteriormente completato da ambienti nei quali gli occhi dei visitatori possono posarsi su antichissime carte geografiche o su monete che hanno fatto la storia della numismatica, per arrivare ai cimeli militari, alle carrozze e alle auto pontificie. Una realtà da decine di migliaia di visitatori al giorno, quasi cinque milioni all’anno che - osservò nel 2006 Benedetto XVI, anno del 500° anniversario dei musei - “hanno modo di ‘immergersi’ in un concentrato di ‘teologia per immagini’”, di sostare in un “santuario di arte e di fede”. Tutto grazie a un fortuito, benedetto, colpo di zappa.

 
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