India: nel Karnataka i cristiani che pregano finiscono in prigione
I cristiani indiani non sono in pericolo soltanto in Orissa. Gli attentati e le persecuzioni
contro la comunità cristiana, racconta l’Osservatore Romano, hanno contagiato anche
il Karnataka, dove i luoghi di culto sono sotto attacco e religiosi o laici vengono
arrestati perché sorpresi a pregare. Il Global Council of Indian Christians ha denunciato
in una lettera inviata alle autorità governative che “i cristiani sono circa il 2,4%
della popolazione e sono sempre più al servizio dei più di poveri e bisognosi nel
nostro Paese”. I cristiani in Karnataka sono in prima linea nell’assistenza ai malati
di Aids e nell’alfabetizzazione. Eppure “sono spesso dipinti come detrattori o stranieri
nocivi al Paese”. Le organizzazioni estremiste indù accusano la comunità cristiana
di “proselitismo forzato” ai danni della popolazione e hanno chiesto al governo locale
l’approvazione di una legge “per evitare che indù innocenti si convertano ad altre
religioni”. Intanto nei giorni scorsi a Mulaykatta, nel distretto di Shimoga, un pastore
pentacostale e due donne anziane che cooperano alla sua missione sono finiti in carcere
per una notte con proprio con l’accusa di proselitismo. I tre stavano pregando insieme
con altri all’interno della casa in cui la polizia ha fatto irruzione. A Bangalore
invece sono stati arrestati quattro evangelici. Anche loro stavano pregando in un’abitazione
privata. (V.F.)