Il Papa presiede la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di Aosta
Il Papa presiederà oggi pomeriggio la celebrazione dei Vespri nella Cattedrale di
Aosta. Saranno presenti circa 400 persone tra sacerdoti, religiosi e laici della
diocesi. La Radio Vaticana seguirà in diretta il rito a partire dalle 17.20. Al termine
della liturgia, Benedetto XVI saluterà dal sagrato della Cattedrale i fedeli che hanno
seguito i Vespri dall’esterno; prima di rientrare a Les Combes, il Pontefice si fermerà
a Introd per un breve incontro con gli ospiti della locale Casa di riposo. Per quanto
riguarda i Vespri in Cattedrale c’è da sottolineare che si svolgono in coincidenza
con l’Anno Anselmiano indetto per il nono centenario della morte di Sant’Anselmo d’Aosta
(1109). Per questa occasione il Papa ha scritto due lettere: all’abate primate dei
Benedettini Confederati, Dom Nokter Wolf, e al cardinale Giacomo Biffi, suo inviato
speciale per le celebrazioni anselmiane. Ascoltiamo in proposito il servizio di Sergio
Centofanti.
Benedetto
XVI ricorda “la sottile dottrina teologica e filosofica” di Sant’Anselmo che fa di
lui un segno di quel “Medioevo pensante” che molti hanno tentato ideologicamente di
oscurare. Anselmo, abate e priore del Monastero benedettino di Bec, in Normandia,
e poi arcivescovo di Canterbury, è considerato il padre della Scolastica, quel ricco
periodo culturale che nelle “scholae” e nelle università del tempo cercava la verità
con le ali della ragione e della fede. Celebre la sua “prova ontologica” con cui voleva
dimostrare razionalmente l’esistenza di Dio e le contraddizioni dell’ateismo. Il
Papa descrive un Anselmo cresciuto tra i monti innevati della Val d’Aosta: Dio gli
“appare come ciò di cui non è possibile pensare qualcosa di più grande”; per incontrarlo
occorre “salire sul vertice della montagna”. Servono sia la fede, sia la ragione,
ma afferma: “se non crederete, non comprenderete”. Benedetto XVI sottolinea il suo
insegnamento sul valore inviolabile della coscienza e della libertà della Chiesa che
difende contro le ingerenze dei re d’Inghilterra. Per questo è costretto all’esilio
come arcivescovo di Canterbury. Anselmo non ha paura di perdere la vita e dice: “preferisco
essere in disaccordo con gli uomini piuttosto che, d’accordo con loro, essere in disaccordo
con Dio”. Voleva restare monaco per tutta la vita. Non si sentiva adatto né capace
di guidare una diocesi. Il suo stile unisce misericordia e fermezza, ma deve affrontare
numerose tribolazioni. Il Papa ricorda le parole di Sant’Anselmo in mezzo a tante
sofferenze e persecuzioni: “Non conserverò nel cuore alcun rancore per nessuno”.