Rapporto Global Witness: guerra in Congo finanziata dalle ricchezze minerarie usurpate
“Di fronte a un fucile, cosa si può fare?”. È il titolo del rapporto pubblicato dall’organizzazione
Global Witness e riportato dall’agenzia Fides, che descrive in dettaglio come le diverse
formazioni militari della Repubblica Democratica del Congo si finanzino depredando
le ricchezze della regione. Il traffico illecito di minerali come l’oro, la columbite-tantalite
(coltan), la cassiterite (minerale di stagno) e la wolframite avviene con la complicità
di attori internazionali, multinazionali e potenze come gli Stati Uniti e l’Europa.
Tra i gruppi responsabili della guerra citati nel rapporto vi sono le Forze Democratiche
di Liberazione del Rwanda (FDLR), formate da hutu rwandesi, che da 15 anni colpiscono
la popolazione congolese e che si finanziano con i minerali del sottosuolo del nord
e sud Kivu. Da anni, i vescovi congolesi e i missionari che operano nell’area, denunciano
questa situazione e adesso alcuni gruppi di analisi indipendenti, in Europa e negli
Stati Uniti, iniziano a documentare i responsabili dei finanziamenti. Tra i crimini
commessi dai gruppi armati della regione, vi sono gli stupri di massa, utilizzati
per incutere terrore nella popolazione locale e costringerla alla fuga, in modo da
usurpare le ricchezze minerarie. Il documento della britannica Global Witness giunge
dopo uno studio realizzato nel novembre 2008 dalla francese “Ecole de Guerre Economique”,
intitolato “La Guerre du Coltan en RDC”. L’analisi mette in luce gli interessi economici
e strategici delle maggiori potenze mondiali per controllare il coltan, un minerale
utilizzato nell’industria elettronica, aerospaziale e degli armamenti. I due rapporti
dimostrano che la guerra nei due Kivu, impropriamente descritta come etnica, rientra
in un conflitto molto più vasto che ha implicazioni economiche e strategiche che vanno
ben oltre il Congo e la stessa Africa. (M.P.)