2009-07-22 14:27:16

I vescovi Usa: bene la riforma sanitaria ma no ai fondi federali per l’aborto


La Chiesa degli Stati Uniti interviene nell’acceso dibattito sulla riforma sanitaria con una Lettera dei vescovi indirizzata a tutti i membri del Congresso Usa, e per conoscenza alla Casa Bianca e al Dipartimento della Sanità e dei Servizi sociali. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3
 
“Una riforma sanitaria genuina che protegga la vita e la dignità di tutti è un imperativo morale e un obbligo nazionale vitale”: lo scrive il vescovo William F. Murphy a nome della Conferenza episcopale cattolica (Usccb), in una lettera intesa a rimarcare le priorità di una riforma che la Chiesa sostiene nel suo impianto generale a tutela dei più deboli, non senza mettere in guardia contro la possibile introduzione di finanziamenti federali per l’aborto sia ad enti pubblici che ad assicurazioni private. In particolare i presuli raccomandano quattro criteri per una riforma leale e giusta: “il rispetto per la vita umana e la dignità, l’accesso alle cure per tutti, il pluralismo e costi equi”.

 
Due di questi criteri, sottolineano i vescovi, richiedono “speciale attenzione” da parte del Congresso. Primo, “nessun piano di riforma sanitaria – chiariscono – dovrebbe costringere noi o altri a pagare la distruzione di vite umane”, attraverso fondi governativi a copertura di pratiche abortive. Tale disposizione è moralmente sbagliata. La riforma sanitaria non può essere un veicolo – aggiungono - per ignorare questo consenso che rispetta la “libertà di coscienza” e onora “le migliori tradizioni americane”. Secondo, “tutte le persone hanno bisogno e dovrebbero accedere ad una sanità completa e di qualità”, che non dipenda dal loro status sociale, da dove lavorino e che tipo di lavoro facciano, da quando guadagnino, da dove vivano o siano nati. I vescovi credono – conclude la lettera – che “la riforma sanitaria dovrebbe essere veramente universale e dovrebbe essere realmente accessibile”, non dimenticando quanti, tra cui molti immigrati, resteranno comunque fuori dalla copertura sanitaria.

 
Da ricordare che la riforma voluta dal presidente Barack Obama estenderà la copertura medica a 46 milioni di cittadini che oggi ne sono privi. Lo stesso Obama – che gli ultimi sondaggi rivelano in calo di popolarità - ha ieri sollecitato il Congresso a “non cadere vittima dei soliti giochi politici”, impegnandosi invece a licenziare “una riforma di cui gli americani – ha ripetuto – hanno molto bisogno”. Il testo legislativo è rimasto infatti impantanato per l’opposizione attesa dei Repubblicani ma anche per le obiezioni dei Democratici preoccupati anch’essi per i costi della riforma sanitaria e l’incidenza sul deficit federale.







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