2009-07-21 14:06:20

Uganda: la Chiesa cattolica aiuta gli sfollati a reinserirsi nella vita sociale


Il campo di sfollati, nato durante la guerra civile intorno al seminario maggiore di Alokolum, nel nord dell'Uganda, si sta svuotando, perché circa l'80% dei rifugiati è già tornato nei luoghi d'origine. Lo ha riferito il rettore del seminario monsignor Cosmas Alule, all'associazione cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). Il vescovo, riferisce l’agenzia Zenit, ha sottolineato il fatto che la Chiesa continui a sostenere gli sfollati, anche dopo il loro reinserimento nei villaggi. La Chiesa, in Uganda, ha continuato il prelato, è “l'unica istituzione a godere ancora di fiducia tra la popolazione”, perché anche nei momenti più difficili è rimasta al lato di quanti soffrivano. Secondo il presule, nonostante si debba ancora firmare l'accordo di pace definitivo tra il Governo ugandese e i ribelli dell'Esercito di Resistenza del Signore (LRA), la guerra civile iniziata nel 1988 è finalmente terminata e la situazione è sempre più stabile. I futuri sacerdoti del seminario di Alokolum, che durante la guerra civile hanno convissuto a stretto contatto con gli sfollati, assistendoli a livello umano e sociale, continuano ad occuparsene, recandosi nei villaggi e aiutando quanti ci sono appena tornati a cominciare una nuova vita, ad esempio insegnando nelle scuole. Monsignor Alule ha spiegato che molti alunni sono cresciuti nei campi di sfollati, senza conoscere altri tipi di vita, e per questo hanno problemi di condotta e non hanno imparato ciò che significano sforzo, disciplina e rispetto del prossimo e delle cose altrui. Anche gli adulti devono affrontare molti problemi: nei campi hanno dimenticato come guadagnarsi da vivere, e tutta una generazione è cresciuta senza sapere ciò che vuol dire avere una vita normale. Il rettore ha segnalato che, in questo contesto, gli anziani svolgono un ruolo molto importante, perché hanno mantenuto i valori tradizionali e possono trasmetterli ai giovani. Un altro problema è il trauma che continua a ossessionare molti che hanno visto violentare le proprie madri, sorelle e donne, sequestrare i bambini o compiere stragi. Per aiutarli, gli evangelizzatori ricevono una formazione speciale in un centro creato a questo scopo dalla diocesi di Gulu. Il fatto di mantenere il seminario maggiore ad Alokolum anziché trasferirlo, in una zona più sicura, è stato frutto di una decisione consapevole, che il rettore ha definito “profetica”, perché altrimenti i fedeli avrebbero potuto avere l'impressione che la Chiesa abbandonava i bisognosi per mettersi in salvo. “Il fatto che la Chiesa abbia condiviso gioie e pene con la gente è stato un segno importante per il futuro”, ha concluso il vescovo. Il numero delle vocazioni, ha spiegato il rettore, è in aumento, motivo per il quale il seminario maggiore sta diventando troppo piccolo per accogliere tutti i giovani. Nell'ultimo anno accademico i futuri sacerdoti erano 163, nel nuovo saranno 206. (A.D.G.)







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