La Comece su diritto d'asilo e immigrazione: le politiche europee riconoscano l'inalienabile
dignità dell'uomo
Sul tema dell’immigrazione, prosegue la collaborazione tra la Commissione degli episcopati
della Comunità europea (Comece) e l'Unione Europea. Sulle principali questioni al
centro di questa cooperazione si sofferma Alessandro Calcagno, esperto di immigrazione
e asilo della Comece. L'intervista è di Mario Galgano, del programma tedesco
della Radio Vaticana:
R. - L’operare
della Comece in tema di immigrazione e asilo si colloca nel quadro di un'ottima e
proficua cooperazione ecumenica con altri organismi operanti a Bruxelles. Posso indicare
alcuni dei punti che la Comece ritiene più importanti in tema di politica di asilo:
tutte le politiche devono riconoscere l’inalienabile dignità di ogni essere umano
e questo dunque deve essere il principio guida di ogni politica in materia. Passando
poi a punti di maggiore specificità, posso fare riferimento, ad esempio, alla richiesta
di garantire una formazione delle guardie di confine. Altri temi riguardano il diritto
all’assistenza religiosa, in particolare per i richiedenti asilo detenuti: si chiede
che la detenzione venga considerata realmente come una extrema ratio e, soprattutto,
che vengano individuate alternative a tale strumento. Per quanto riguarda le condizioni
di accoglienza dei richiedenti asilo, una richiesta riguarda le procedure per l’identificazione
delle persone vulnerabili nel momento in cui la richiesta di protezione internazionale
viene presentata. Si deve anche valutare l’accesso al mercato del lavoro, che costituisce
un punto particolarmente importante per consentire l’integrazione di questi soggetti.
E infine, fare riferimento al reinsediamento e anche alla possibilità di prevedere
politiche che consentano di tenere conto della situazione delle minoranze etniche
e religiose sul posto, quando si ricorre allo strumento del reinsediamento.
D.
- C’è collaborazione, c’è la volontà da parte della politica europea di riflettere
sui punti che voi proponete?
R. - Direi di sì. Posso
citare due esempi. Il primo riguarda la proposta di diffusione della direttiva in
materia di condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo, che è attualmente in discussione
a livello di istituzioni Ue. Il Parlamento europeo, nel maggio di quest’anno, ha approvato
una risoluzione rispetto a questa proposta di diffusione. In questa risoluzione è
stata recepita una nostra richiesta, riguardante l’assistenza religiosa ai richiedenti
asilo detenuti. Un secondo esempio al quale posso fare riferimento riguarda il reinsediamento
di rifugiati iracheni presenti in Siria e Giordania: nel gennaio 2008, il presidente
della Comece, mons. Adrianus van Luyn, aveva inviato alla presidenza slovena una lettera
per sollecitare il ricorso allo strumento del reinsediamento nell’Ue. L’iniziativa
ha suscitato l’interesse dell’Unione Europea. L’operare dell’Unione Europea rispetto
a questa richiesta è stato molto laborioso: a fine novembre 2008, il Consiglio Giustizia
Affari interni ha sostanzialmente riconosciuto l’urgenza del ricorso a questo strumento
per quanto riguarda i rifugiati iracheni. Ha riconosciuto che bisogna ricorrere a
tale strumento anche rispetto a componenti di minoranze religiose di Siria e Giordania.
Ha sollecitato gli Stati membri, su base volontaria, a reinsediare un totale di 10
mila rifugiati.