2009-07-21 14:39:04

La Comece su diritto d'asilo e immigrazione: le politiche europee riconoscano l'inalienabile dignità dell'uomo


Sul tema dell’immigrazione, prosegue la collaborazione tra la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) e l'Unione Europea. Sulle principali questioni al centro di questa cooperazione si sofferma Alessandro Calcagno, esperto di immigrazione e asilo della Comece. L'intervista è di Mario Galgano, del programma tedesco della Radio Vaticana:RealAudioMP3

R. - L’operare della Comece in tema di immigrazione e asilo si colloca nel quadro di un'ottima e proficua cooperazione ecumenica con altri organismi operanti a Bruxelles. Posso indicare alcuni dei punti che la Comece ritiene più importanti in tema di politica di asilo: tutte le politiche devono riconoscere l’inalienabile dignità di ogni essere umano e questo dunque deve essere il principio guida di ogni politica in materia. Passando poi a punti di maggiore specificità, posso fare riferimento, ad esempio, alla richiesta di garantire una formazione delle guardie di confine. Altri temi riguardano il diritto all’assistenza religiosa, in particolare per i richiedenti asilo detenuti: si chiede che la detenzione venga considerata realmente come una extrema ratio e, soprattutto, che vengano individuate alternative a tale strumento. Per quanto riguarda le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo, una richiesta riguarda le procedure per l’identificazione delle persone vulnerabili nel momento in cui la richiesta di protezione internazionale viene presentata. Si deve anche valutare l’accesso al mercato del lavoro, che costituisce un punto particolarmente importante per consentire l’integrazione di questi soggetti. E infine, fare riferimento al reinsediamento e anche alla possibilità di prevedere politiche che consentano di tenere conto della situazione delle minoranze etniche e religiose sul posto, quando si ricorre allo strumento del reinsediamento.

 
D. - C’è collaborazione, c’è la volontà da parte della politica europea di riflettere sui punti che voi proponete?

 
R. - Direi di sì. Posso citare due esempi. Il primo riguarda la proposta di diffusione della direttiva in materia di condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo, che è attualmente in discussione a livello di istituzioni Ue. Il Parlamento europeo, nel maggio di quest’anno, ha approvato una risoluzione rispetto a questa proposta di diffusione. In questa risoluzione è stata recepita una nostra richiesta, riguardante l’assistenza religiosa ai richiedenti asilo detenuti. Un secondo esempio al quale posso fare riferimento riguarda il reinsediamento di rifugiati iracheni presenti in Siria e Giordania: nel gennaio 2008, il presidente della Comece, mons. Adrianus van Luyn, aveva inviato alla presidenza slovena una lettera per sollecitare il ricorso allo strumento del reinsediamento nell’Ue. L’iniziativa ha suscitato l’interesse dell’Unione Europea. L’operare dell’Unione Europea rispetto a questa richiesta è stato molto laborioso: a fine novembre 2008, il Consiglio Giustizia Affari interni ha sostanzialmente riconosciuto l’urgenza del ricorso a questo strumento per quanto riguarda i rifugiati iracheni. Ha riconosciuto che bisogna ricorrere a tale strumento anche rispetto a componenti di minoranze religiose di Siria e Giordania. Ha sollecitato gli Stati membri, su base volontaria, a reinsediare un totale di 10 mila rifugiati.







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