Il Patriarcato ortodosso russo denuncia il degrado della televisione
La "televisione-spazzatura" raggiunge anche Mosca: questo l’allarme del Patriarcato
ortodosso che ha commentato un sondaggio svolto dalla società "Tsyrkon" su un campione
di milleseicento persone di età adulta. Secondo la ricerca, si legge sull’Osservatore
Romano, quasi il 70% degli intervistati si è detto d'accordo per l'istituzione di
un consiglio o organismo di controllo sulla moralità dei programmi televisivi russi.
Il 32,9% ha risposto in maniera inequivocabile, mentre il 35,4% è "piuttosto" d'accordo.
Sempre secondo il sondaggio, il 52% degli intervistati sostiene che gli utenti della
televisione pubblica dovrebbero partecipare alla programmazione dei palinsesti e non
pensare che ciò sia solo una competenza riservata agli "addetti ai lavori". Inoltre,
più del 70% ritiene che lo Stato dovrebbe essere più attivo e partecipe nel regolamentare
il lavoro dei canali televisivi nazionali e vietare, quindi, tutti quei programmi
che possano essere pericolosi per la morale della società russa. In base ai risultati
della ricerca, il 38,6% degli intervistati si è detto pronto alla realizzazione di
una lista di programmi ritenuta dannosa, immorale e pericolosa per gli ascoltatori
e ritiene che le autorità dovrebbero impedire la loro messa in onda. Inoltre, il 35,3%
degli intervistati ritiene che tali programmi dovrebbero rientrare tra quelli a pagamento.
Dal sondaggio emerge che il 65,2% cerca di evitare la visione di programmi o di film
che contengono scene di violenza o di orrore, mentre il 55% evita di guardare film
a sfondo sessuale o erotico. "I russi non sono contenti di ciò che guardano in televisione.
Invece di fruire programmi intelligenti, di approfondimento e di morale, sono costretti
a vedere scene di ordinaria violenza e di depravazione", ha riferito l'arciprete Vsevolod
Chaplin, capo del dipartimento del Patriarcato di Mosca per le relazioni tra Chiesa
e società, che ha anche aggiunto "la gente è stanca e nauseata dalla mancanza di profondità,
di dibattito e di riflessione offerto dai programmi di intrattenimento in Russia.
Per quanto riguarda il livello di informazioni e di ricchezza di contenuti i canali
di Stato, purtroppo, spesso sono molto indietro rispetto alle tv satellitari. Le famiglie
russe - ha proseguito l'arciprete - non ce la fanno più ad assistere a programmi depravati
e a continue scene di violenza. Il popolo desidera sempre più una televisione intelligente
con una morale che li stimoli a pensare e ad agire per una vita migliore". Il sacerdote
ha ribadito che "il ristagno dell'industria televisiva in Russia è più che evidente.
Purtroppo, sono solo i canali a pagamento quelli in grado di offrire programmi dai
forti contenuti e di un certo spessore culturale. Solo quattro canali principali mandano
in onda cose interessanti come talk show, programmi di approfondimento e di analisi
e film ben fatti, ma solo nel 10-20% dei casi vengono trasmessi in prima serata. Il
resto del tempo - ha aggiunto il capo del dipartimento del Patriarcato di Mosca per
le relazioni tra Chiesa e società - viene dedicato a cose che interrompono l'abitudine
di pensare e perfino di agire". Padre Vsevolod è convinto che questa situazione abbia
bisogno di correzione, "se i leader dei canali televisivi principali non miglioreranno
i palinsesti, sarà la vita stessa ad apportare le correzioni alla televisione. Quando
la gente in tutto il Paese avrà il diritto reale di scegliere tra cento, duecento
e più canali - ha concluso il sacerdote - certamente eviterà di guardare e, quindi
spegnere, i programmi di intrattenimento stupidi che non hanno intrattenuto, né fatto
divertire nessuno negli ultimi quindici anni". (A.D.G.)