2009-07-21 14:34:17

Al Tribunale dell'Aja il processo a Karadzic, accusato di crimini contro l'umanità in Bosnia


Udienza preliminare, oggi al Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi), del processo all’ex leader serbo-bosniaco, Radovan Karadzic. La Corte lo ritiene responsabile di crimini di guerra e contro l’umanità commessi durante il conflitto in Bosnia, negli Anni Novanta, tra i quali lo spaventoso massacro di Srebrenica ed altri atti di pulizia etnica nei confronti della popolazione musulmana. Quale ruolo ebbe Karadzic in quella sanguinosa guerra civile, che portò alla dissoluzione della Jugoslavia? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al giornalista Alessandro Marzomagno che seguì da vicino quegli eventi:RealAudioMP3

R. - Un ruolo fondamentale: Karadzic era il presidente dell’autoproclamata Repubblica serba di Bosnia, in coppia con il generale Ratko Mladic, che era invece il capo militare. La responsabilità politica di tutto quello che successe in quel periodo va senz’altro attribuita a lui. Karadzic e Mladic agivano di concerto e pensavano ad un territorio bosniaco ripulito dai musulmani, abitato soltanto da serbi, dove potessero continuare con questa loro utopia di uno “Stato serbo di Bosnia”. Ricordo che assediarono Sarayevo per mille giorni, sparando con le artiglierie e con i cecchini sulla popolazione inerme, e poi l’atto conclusivo fu il massacro di Srebrenica nel luglio del 1995.

 
D. - All'epoca, la comunità internazionale come guardò a questo evento così drammatico?

 
R. - Srebrenica fu il peggior massacro avvenuto in Europa dopo la Seconda Guerra mondiale: vi sono stati dai 6 mila ai 7 mila morti, fu l’atto conclusivo perché scatenò la reazione della comunità internazionale. Successivamente, si viene a definire la situazione tra Croazia, Bosnia e Serbia che porta poi agli accordi di Dayton, firmati nel dicembre dello stesso anno.

 
D. - Possiamo dire oggi che Karadzic operò - diciamo - a stretto contatto con le autorità serbe?

 
R. - Tutto ci fa dire che questa affermazione è corretta. Le direttive ai serbi di Bosnia venivano da Belgrado, e lo stesso generale Mladic ha preso lo stipendio dell’Armata federale iugoslava per tutto il periodo in cui era comandante dei serbi di Bosnia. Dunque, che ci fosse un rapporto stretto tra Belgrado e Pale la capitale dell’autoproclamata Repubblica serba di Bosnia, è un dato di fatto.

 
D. - Può la giustizia internazionale cancellare quelle frizioni etniche che scatenarono la guerra civile e che forse ancora oggi sono sopite all’interno di tutte le etnie dell’ex-Jugoslavia?

 
R. - La presenza di truppe internazionali nella ex-Jugoslavia fa sì che non si riscatenino i conflitti. La giustizia, senza dubbio, aiuta a creare una camera di compensazione e a far sì che le tensioni si stemperino. Se poi questo sarà determinante per pacificare i Balcani, penso che la risposta si potrà avere solo fra qualche anno.







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