Il cardinale Tonini compie 95 anni: la vita, il dono più bello di Dio!
Il cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, compie
oggi 95 anni. Figlio di una povera famiglia contadina di Centovera di Sangiorgio Piacentino,
è entrato in seminario a 11 anni: è stato ordinato sacerdote a 22 anni e vescovo a
54. Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale quando ormai aveva già 80 anni. Sergio
Centofanti gli ha chiesto di fare un bilancio di questi 95 anni:
R. – Sì,
sono molto contento: sono molto contento, sì. Perché, quegli 11 anni, erano anni ancora
di ingenuità ma anche di slancio, eh? Mi diceva sempre mia madre: “Preparati, ragazzo,
perché il Signore ha del bene da farti fare!”. Io ho vissuto la mia infanzia, fino
ai 9, 10, 11 anni, proprio in attesa di ciò che il Signore mi facesse capire che desiderava
da me. Di qui avevo una gran voglia di studiare, di essere pronto con gli studi e
poi addirittura di incominciare a conoscere qualche lingua perché capivo che c’erano
dei disegni Dio in vista del mio futuro. Ma io devo ringraziare il Signore perché
mi ha fatto vivere un po’ nel futuro, quando ero ragazzetto, e mi è servito parecchio,
perché quando questi grandi desideri di bene afferrano un ragazzo all’inizio della
sua vita, ebbene, allora tutti i sentimenti si muovono in quella direzione. E questa
è una cosa molto bella. Secondo me, la fortuna di un ragazzo sono i desideri che gli
nascono dentro, quello che noi chiamiamo la vocazione. Cioè, nei ragazzi non sono
i comandi che contano: sono i desideri che si riesce ad accendere in loro. Il bene
non deve essere comandato, ma deve diventare un’attrazione, il bene! D.
– Se lei dovesse andare all’origine della sua vocazione, che cosa ci potrebbe dire? R.
– Fin da piccolo ho goduto dell’armonia della famiglia. Io non ho mai sentito mio
padre alzare la voce su mia madre! Diceva mio padre: “Ascoltate vostra madre!”. Questa
armonia, questa intesa, questo clima di benevolenza, di pace, di aiuto fraterno hanno
lasciato un’impronta forte! D. – Chi è per lei Gesù? R.
– E’ veramente il “Salvatore”! Per me Gesù è il mio gusto, il mio sapore, i miei desideri,
insomma … è una vera e propria attrazione dell’anima! D. – Come
vede i giovani di oggi, lei? R. – C’è un po’ più di consapevolezza
… Quando noi pensiamo, ad esempio, al fatto che i nostri ragazzi conoscono il francese,
l’inglese, il tedesco... questa capacità che hanno i nostri ragazzi di entrare in
colloquio con il resto del mondo: sa che è un grande dono? E’ difficile, domani, che
scoppino le guerre quando i cittadini delle singole nazioni sono in contatto direttamente,
conoscendosi, ciascuno conoscendo l’altro e impara quanto ci sia di simile, quanto
ci sia di bene nell’altro, quanto possa dare e ricevere … D.
– Essere cristiani oggi: come testimoniare la fede nel mondo contemporaneo? R.
– Non c’è bisogno di un grande sforzo, basta essere quello che si è! Credo che la
cosa più efficace sia quella di voler bene, non è quella della superiorità, non è
quella del comando, non è quella del lusso. Ma il modo migliore è quello della fraternità:
quando l’uomo che tu incontri, incontrando te capisce che incontra un suo fratello,
che tu ci sei per apprezzarlo e sei a sua disposizione, sei lì per incoraggiarlo:
quando c’è questo allora l’uomo è già salvo in anticipo … D.
– Qual è la parola del Vangelo che più le rimane nel cuore? R.
– La bella notizia, cioè che Dio ha del bene da farti fare, perché tu sei necessario
ai disegni di Dio. D. – Eminenza, cosa ci può dire dall’alto
dei suoi 95 anni? R. – Bisogna che ci rendiamo conto che la
vita è un dono enorme, un regalo … un regalo! La vita umana è la cosa più grande che
Dio ha inventato …