Saranno processati secondo la sharia i due agenti segreti francesi rapiti martedì
scorso in Somalia. Lo hanno fatto sapere i guerriglieri che li tengono in ostaggio.
E la scorsa notte, c’è stato un nuovo sequestro. Il servizio di Eugenio Bonanata:
Ancora operatori
stranieri nel mirino dei miliziani islamici. Si tratta di tre dipendenti di un’organizzazione
umanitaria francese: un pakistano, un cittadino dello Zimbabwe e probabilmente un
canadese o un americano. Sono stati sequestrati nel loro ufficio a Mandera, una città
keniana al confine con la Somalia, e condotti successivamente in territorio somalo.
Ad agire uomini armati che, durante il blitz, avrebbero anche provocato il ferimento
di una guardia di sicurezza. Le autorità locali conducono le indagini, ma non ci sono
molti dettagli. A fornirli sono soprattutto gli organi di stampa. Alcuni osservatori
sottolineano il fatto che sia stata colpita nuovamente una struttura francese. Solo
martedì scorso, infatti, a Mogadiscio sono stati sequestrati due agenti segreti francesi,
che si trovano adesso nelle mani di al Shabaab, un gruppo insurrezionale che combatte
il governo somalo e che è ritenuto vicino ad al Qaeda. Non è certo che ci sia un collegamento
fra i due episodi.
I guerriglieri hanno annunciato che i due prigionieri saranno
processati secondo la legge islamica, la sharia, senza avanzare richieste specifiche.
C’è però chi ritiene che tutto questo sia da collegare alla detenzione in Francia
di pirati somali, arrestati nel 2008 durante operazioni dei militari di Parigi a largo
del Golfo di Aden. E proprio sul fronte della pirateria è di queste ore la notizia
della liberazione di un mercantile tedesco, sequestrato all’inizio di maggio con 11
marinai a bordo. Berlino ha confermato il rilascio, precisando che proseguono le trattative
per un'altra imbarcazione finita nelle mani dei pirati ad aprile.