L’impegno dei salesiani nello Sri Lanka per il recupero degli ex bambini soldato
La guerra civile nello Sri Lanka ha lasciato tracce e ferite profonde sulla vita dei
bambini, soprattutto a causa del triste fenomeno dei bambini-soldato messo in atto
dai ribelli delle Tigri Tami. Oggi i Salesiani sono fortemente impegnati per il recupero
di questi bambini che, secondo la “Coalizione contro l’uso dei bambini soldato”, erano
reclutati dai ribelli del Liberation Tiger of Tamil Eelam (Ltte) anche all’insaputa
delle famiglie, soprattutto nelle aree di Batticaloa, Jaffna e Mannar. Ieri questi
ragazzi erano brutalizzati e indottrinati, oggi vengono accolti e educati all’amore.
“Alcuni ex bambini soldato sono insegnanti e curano altri ragazzi. Questo è il nostro
contributo al processo di pace, nella vita concreta”, spiegano i Salesiani di Murunkan,
nella diocesi di Mannar, in una dichiarazione riportata dall’agenzia Fides. E’ stato
il governo stesso a chiedere ai religiosi di curare oltre 500 ragazzi, ex combattenti
nelle file dei ribelli tamil. I bambini sono stati divisi in 17 centri, sparsi sul
territorio dell’isola, dove i Salesiani si occupano della loro piena riabilitazione
fisica, psicologica, sociale e culturale. Si tratta di ragazzi in media di 11-12 anni,
che hanno conosciuto la violenza, hanno ucciso e hanno visto i loro coetanei morire.
Sono stati manipolati dai guerriglieri, educati all’odio e alla rivalsa, che oggi
vogliono dimenticare la guerra. I Salesiani offrono loro ospitalità, lezioni scolastiche,
formazione professionale nell’artigianato e nella meccanica. Soprattutto – raccontano
- “doniamo loro una nuova vita, fatta di serenità e amore, non della violenza a cui
sono stati tragicamente abituati”. Gli operatori e i volontari del Centro di Mannar
cercano dunque di risanare le loro vite. “All’inizio – spiegano i religiosi - sono
impauriti, chiusi, inibiti. Hanno malattie fisiche e difficoltà psicologiche. Pian
piano guariscono, si aprono, riacquistano fiducia, vanno a scuola e sono pronti a
imparare: hanno tanto desiderio di condurre una vita normale, di giocare, come veri
bambini”. Secondo l’Unicef i bambini soldato utilizzati in vent’anni di guerra sono
stati almeno 50mila, a cui si aggiungono orfani, ragazzi abbandonati, sfollati, feriti
o colpiti dal conflitto. (E. B.)