Nuove manifestazioni in Iran: la polizia carica gli studenti
In Iran migliaia di sostenitori del leader Mussavi sono tornati a manifestare di fronte
all'università di Teheran dove l'ex presidente Rafsanjani ha tenuto il sermone per
la preghiera del venerdì. E mentre fuori è scattata la repressione della polizia,
all’interno della moschea dell’Ateneo le parole dell’ayatollah Rafsanjani hanno scaldato
la platea dei fedeli. Il servizio di Marco Guerra: L’ex presidente
Rafsanjani, dopo due mesi di assenza sulla scena pubblica, ha lanciato messaggi molto
forti e inequivocabili parlando di “situazione amara” per la maggior parte dei cittadini
iraniani che esprimono dubbi sui risultati elettorali. Rafsanjani ha poi aggiunto
che deve essere creata "un'atmosfera di libertà in cui ognuno abbia il diritto di
esprimere le sue critiche". E ancora: vanno liberati immediatamente i manifestanti
e gli intellettuali arrestati nell'ultimo mese. "Per governare è necessario il consenso
popolare, senza di esso il governo non ha legittimità", ha proseguito l'ex presidente,
proponendo che sia l'Assemblea degli Esperti a trovare la soluzione alla crisi politica.
Quanto al Consiglio dei Guardiani – ha detto - "è stato fatto cattivo uso dei cinque
giorni extra concessi dalla Guida Suprema per accertare il risultato delle elezioni".
Di certo, ha concluso l’ayatollah, “è necessario uscire da questa situazione solo
con le vie legali”. La lettura del sermone è stata interrotta a più riprese dai fedeli
vicini alla corrente conservatrice. Fuori dall’università si è invece ripetuto il
copione delle proteste post elettorali: decine di migliaia di giovani con fasce verdi
sono stati caricati dalla polizia con lacrimogeni e bastoni. Un primo bilancio parla
di 15 arresti. Gli scontri sono proseguiti anche al termine della preghiera.