2009-07-17 15:13:28

Denuncia dei vescovi della Repubblica Democratica del Congo: imperversa la corruzione


I vescovi della Repubblica Democratica del Congo denunciano la corruzione che, come un cancro, ha aggredito tutte le istituzioni. In un lungo documento reso noto recentemente in occasione del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza, si dipinge un quadro fosco della situazione: le infrastrutture sociali si dissolvono, la popolazione si impoverisce, il malcontento aumenta e ci sono forze esterne che ne approfittano per tentare di mettere le mani sulle ricchezze del Paese. Secondo la Conferenza episcopale del Congo, è chiamata in causa la responsabilità del governo: è urgente - affermano - operare scelte sagge e coraggiose. Mons. Nicolas Djomo Lola, vescovo di Tshumbe e presidente dei vescovi congolesi, ha accettato di rispondere alle domande di Romilda Ferrauto, della nostra redazione francese:RealAudioMP3

R. – Effectivement, la situation est particulièrement grave et tout le monde qui …
Effettivamente, la situazione è molto grave e tutti se ne lamentano, dal governo alla gente; se non arginiamo questo male, saranno in pericolo il Paese stesso e la democrazia nascente.
 
D. – Dunque la corruzione imperversa nel Paese …
 
R. – Oui, avec son corollaire qui est l’impunité. …
Esattamente, con il suo corollario, che è l’impunità. La gente si è data alla corruzione a tutti i livelli, e quando la giustizia stessa viene toccata dalla corruzione, non c’è più scampo. Ed è per questo che noi abbiamo suonato il campanello d’allarme.
 
D. – Voi non avete esitato ad interpellare direttamente le autorità dello Stato: sono loro, secondo voi, i principali responsabili?
 
R. – Elles sont les premières concernées parce que à eux a été confié …
Loro sono le prime ad essere chiamate in causa, perché è a loro che è stata affidata la guida dello Stato; questo significa che quando la corruzione ha messo radici fino ad arrivare alle autorità dello Stato, è ancora più grave. Noi affermiamo però che tutti sono coinvolti, compreso il semplice cittadino; per questo il nostro appello, rivolto a tutti, è che si inizi dalle autorità.
 
D. – La pubblicazione di un messaggio così chiaro, così netto da parte vostra, è una prova di coraggio da parte dei vescovi, di audacia, quasi. C’è stato un accordo unanime tra i vescovi? E avete qualche timore adesso?
 
R. – Non, nous n’avons pas des craintes et le message a été adopté par l’ensemble …
No, non abbiamo nessun timore e il messaggio è stato approvato da tutti i vescovi. Quando abbiamo affrontato questo argomento, che veramente riguarda l’interesse della Nazione, i vescovi si sono ritrovati tutti uniti perché sappiamo che il nostro messaggio può contribuire al progresso del Paese. Non abbiamo timore perché di questo male della corruzione, il capo dello Stato stesso ne ha parlato a Goma, e ne è consapevole. La parola della Chiesa è attesa da tutti …
 
D. – Mons. Djomo, nel vostro messaggio parlate anche della proliferazione di fondazioni e di ong che si stabiliscono dove vogliono e che fanno quello che vogliono. C’è un riferimento a fatti specifici?
 
R. – Effectivement, il y a une prolifération de ong, nous disons aussi fondées par les …
In effetti, assistiamo ad una proliferazione di ong, spesso fondate – come diciamo nel messaggio – dagli stessi congolesi. Quando ci si trova di fronte ad uno Stato indebolito, come lo è il nostro, esso non ha più l’autorità che dovrebbe avere per tenere sotto controllo queste organizzazioni, e quindi questo avviene in maniera anarchica, e poi la gente se ne approfitta, in un senso come nell’altro.
 
D. – Ma ci sono anche cause esterne, poteri occulti?
 
R. – Oui. Nous nous pensons en particulier aux multinationales...
Sì. Pensiamo in particolare alle multinazionali, che hanno preso di mira le risorse naturali: sono, queste, forze reali che sono all’origine di certe guerre, strumentalizzando le comunità etniche per creare lotte intestine. Ecco, dietro ci sono le grandi multinazionali perché le ricchezze naturali del Congo sono una manna per loro e sono purtroppo la disgrazia dei legittimi proprietari, ovvero la popolazione congolese!







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