Al via in Puglia il tour del Musical “Non abbiate paura. Giovanni Paolo II il Grande”
Riparte questa sera alle 21.30 a Novoli, vicino Lecce, la stagione teatrale del Musical
“Non abbiate paura. Giovanni Paolo II il Grande”: quattordici brani, due ore di musica
e circa 50 i ragazzi che ci hanno lavorato. Cifre che raccontano l’esperienza dei
giovani del gruppo di Elaborazione Teatrale “San Francesco d’Assisi”, nato nel febbraio
del 2002, dalle parrocchie di Sant’Antonio Abate e Maria SS. del Pane di Novoli. L’intento
è quello di avvicinare la Chiesa alle nuove generazioni e viceversa. Angela Ambrogetti
ha parlato di questo gruppo di elaborazione teatrale con il regista don Giuseppe
Spedicato e con l’autore delle musiche don Biagio Madorino:
(musica)
R.
– Il nostro gruppo è innanzitutto un gruppo che cresce in parrocchia, nel suo cammino
di formazione caratterizzato dall’Azione Cattolica. Quindi, sono già ormai sette,
otto anni che fanno questo cammino di formazione. Abbiamo cercato con i collaboratori,
con gli animatori di dare loro degli input. Ad un certo punto, il motivo più grande
è quello di andare nei palcoscenici e rappresentare questi grandi testimoni della
fede. E’ nato il sogno, il sogno di porre la nostra attenzione su un grande personaggio.
E quale grande personaggio poteva avere peso sui giovani, se non Giovanni Paolo II!
Innanzitutto, per le Giornate mondiali dei giovani, alle quali qualcuno di loro ha
anche partecipato e, poi, soprattutto, per la grande testimonianza che ha saputo dare,
non soltanto negli ultimi istanti della vita, negli ultimi anni, ma proprio a livello
di pastorale. Questo ha immediatamente enfatizzato l’entusiasmo dei giovani e oggi
sono loro i principali protagonisti. D. – Don Biagio, come ha
fatto ad entrare nello spirito del musical per comporre questi brani? R.
– E’ stato difficile entrare nello spirito di questo musical, perché i testi ispirati
ai discorsi e alle preghiere di Giovanni Paolo II erano di una profondità inaudita,
per cui bisognava cercare di sposarli con delle musiche che rispecchiassero il più
possibile il senso dei testi. Quindi, bisognava, da una parte creare delle musiche
che fossero sinfoniche e artisticamente di un certo livello - che non fosse la solita
canzonetta - e che dall’altro lato, potessero essere accattivanti subito sul pubblico,
potessero far presa sul pubblico. La musica è per la maggior parte dei brani classica
e, quindi, è un impegno gravoso per il corpo di ballo. D. –
Abbiamo parlato di chi produce, di chi fa questi spettacoli, ma chi li segue? I ragazzi
che vengono a vedere questi spettacoli, poi, che tipo di feedback, cosa portano a
casa? R. – Devo dire che la forza che ci ha incoraggiato ad
andare avanti su questo progetto è proprio la testimonianza che noi riceviamo dagli
altri. Noi abbiamo avuto delle testimonianze stupende. Quando loro hanno percepito
che non siamo dei professionisti, ma che siamo dei giovani che ad un certo punto fanno
un cammino di fede, vengono presi davvero dall’entusiasmo di questi ragazzi, che riescono
a tradurre sul palcoscenico quello in cui loro credono. (musica)