Vietnam: i vescovi denunciano la mancanza di chiese nel Paese
I cattolici del Vietnam hanno bisogno di un numero maggiore di chiese. Lo hanno affermato
i vescovi del Paese che stanno viaggiando in Europa dopo la recente visita “ad Limina”
in Vaticano. Giovedì scorso – riferisce l’agenzia Zenit – sei presuli vietnamiti hanno
visitato la sede centrale dell’associazione cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa
che Soffre (acs), a Königstein, nei pressi di Francoforte in Germania. Tutti i vescovi,
provenienti da varie regioni del Paese, hanno concordato sul fatto che il numero delle
vocazioni in Vietnam continua ad essere considerevole ma hanno informato i rappresentanti
dell’associazione, sulle difficoltà e sulle necessità della Chiesa cattolica in Vietnam.
“Non tutte le comunità di cattolici dispongono di una chiesa propria” ha detto monsignor
Pierre Nguyên Van Nhon, vescovo di Dalat e presidente della Conferenza episcopale
locale. Il presule ha poi spiegato che senza chiese non solo non è possibile svolgere
un’azione pastorale, ma ci sono ripercussioni su tutta la vita sociale e sull'impegno
delle comunità che si sviluppa intorno a queste. Monsignor Paul Bui Van Doc, vescovo
di My Tho e presidente della Commissione per la Dottrina della Fede della Conferenza
episcopale vietnamita, ha invece ricordato la grande utilità dei ciclomotori per le
religiose, che in questo modo possono assistere meglio i fedeli. Monsignor Joseph
Dang Duc Ngan, Vescovo di Lang Son, ha sottolineato in relazione all'evangelizzazione
la necessità di una buona formazione di base e della formazione permanente per sacerdoti,
religiosi e laici. Dal canto suo, monsignor Paul Marie Cao Dinh Thuyen, 82enne vescovo
di Vinh, ha informato delle esperienze positive che ha compiuto nella sua diocesi
– che conta mezzo milione di fedeli - con i 6.000 catechisti volontari, formati dai
sacerdoti e dalle religiose che visitano i villaggi. Monsignor Thomas Nguyen Van Tan,
vescovo di Vinh Long, ha sottolineato soprattutto la necessità di rafforzare le famiglie
e di esortare i genitori a mandare i propri figli al catechismo e alla Messa, perché
i bambini e i giovani appartengono alla generazione più colpita dai cambiamenti sociali.
A suo avviso, molti giovani emigrano per cercare lavoro nelle città, dove alcuni,
perdendo le proprie radici e l'equilibrio interiore, finiscono per adottare “costumi
sbagliati”. “Dar loro una buona base – ha osservato - aiuta a prevenire queste situazioni”.
D’accordo anche monsignor Cosma Hoang Van Dat, vescovo di Bac Ninh, il quale ha segnalato
che nella sua diocesi si stanno sperimentando esperienze positive con la pastorale
infantile, perché molti bambini ora parlano alle proprie famiglie e agli amici della
vita di Gesù. Il Vietnam, ancora governato da un regime comunista, continua ad essere
per Aiuto alla Chiesa che Soffre una delle priorità in Asia. L'associazione, che sovvenziona
progetti in 138 Paesi di tutto il mondo, ha sostenuto nel 2008 la Chiesa cattolica
vietnamita (che conta circa 6 milioni di fedeli su una popolazione totale di quasi
87 milioni) con più di 1,06 milioni di euro. (E. B.)