Nella Rivista "Paulus" l'Apostolo delle Genti visto come "Architetto della Chiesa"
Si è concluso l’Anno Paolino, ma “Paulus”, il mensile del Centro studi “Bibbia e comunicazione”
della società San Paolo, continua la sua storia con il nuovo numero di luglio-agosto
2009. In questo numero San Paolo viene definito "Architetto della Chiesa", con riferimento
ad un convegno tenutosi lo scorso maggio nel quale si è approfondito il tema della
dimensione estetica, teologica e tecnologica dell'edilizia sacra. Al microfono di
Rosario Tronnolone, il caporedattore del mensile Paolo Pegoraro parla
dell'esigenza attualissima di avere degli edifici che richiamino una autentica spiritualità:
R. – Avere
degli edifici che parlano con un’estetica della sacralità e della presenza di Dio
in mezzo agli uomini è importantissimo e San Paolo ha sempre tenuto a questa dimensione.
Egli stesso, infatti, si definisce “saggio architetto”. D. –
Uno degli ospiti del convegno era mons. Crispino Valenziano… R.
– Sì. Mons. Valenziano, infatti, sottolinea l’importanza di tenere insieme, nella
dimensione del simbolo, quelle che sono le esigenze funzionali dell’edificio sacro:
l’edificio-Chiesa dev’essere un edificio che funziona davvero ma al contempo bello,
che prima di tutto parla attraverso la sua estetica. D. – Questo
ci riporta alla definizione che Origene aveva dato del “Corpus Paolinum” come "trattato
d’architettura" e a cui è dedicato un altro articolo, a firma di Rosario Scognamiglio
… R. – Sì, è un approfondimento di patristica. Origene approfondisce
tutti i passi dell’Antico e del Nuovo Testamento in cui viene analizzata la metafora
dell’architettura e nello specifico dedica moltissime pagine a San Paolo architetto
della comunità, spiegando cioè come nella costruzione della comunità – che è il primo
senso della Chiesa, non chiesa-edificio ma Chiesa-assemblea, costruita da pietre vive
– ci sia bisogno di una coesione, di una bellezza e soprattutto di solidità. D.
– E proprio a questa costruzione della Chiesa, intesa come comunità dei credenti,
è dedicata anche un’intervista a James Dunn … R. – Abbiamo avuto
la fortuna di poter parlare con il professor Dunn, esegeta di fama mondiale, che ci
ha raccontato come si svolgevano le riunioni dei primi cristiani ai tempi di San Paolo,
nell’antica Roma. Quando non c’erano ancora edifici sacri, la diffusione del cristianesimo
– soprattutto gli strati sociali meno abbienti della società – faceva sì che queste
riunioni avvenissero in quelli che oggi chiameremmo condomini. Ci si trovava negli
appartamenti, tra famiglie, per meditare insieme la Parola di Dio e poi, occasionalmente,
tutte le comunità di una zona si trovavano in ambienti più ampi per celebrare insieme
il Sacrificio eucaristico.