L'allarme Nuova influenza, oltre 100 mila i contagi
Più di 100 mila contagi, 580 morti, i Paesi più colpiti sono Stati Uniti con 170 decessi
e Argentina con 137. Sono i numeri della nuova influenza nel mondo. Dopo l’annuncio
fatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’inarrestabilità dell’epidemia,
i governi stanno mettendo a punto campagne per la vaccinazione. Illustrando il piano
di lotta al virus in Italia, il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, ha ricordato
che entro la fine dell’anno verranno vaccinate 8,6 milioni di persone, fra cui soprattutto
lavoratori di servizi essenziali e chi ha meno di 65 anni con malattie croniche; da
febbraio dovrebbero ricevere il vaccino altri 12 milioni soprattutto giovani da 2
a 20 anni e presumibilmente donne in gravidanza. Con questo piano in Italia non ci
dovrebbero essere più di 4 milioni di casi entro marzo 2010. Non sottovalutare ma
no ad allarmismi è dunque il messaggio lanciato da Fazio. Sulla nuova influenza e
la campagna di vaccinazione Debora Donnini ha intervistato Giovanni Rezza,
direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità:
R. – Vaccinare
una popolazione intera è matematicamente impossibile e al di là del 30% della popolazione,
il beneficio che si ottiene non è grande perché si è visto che quando si vaccina almeno
il 30% della popolazione la circolazione del virus diminuisce tanto. D.
– Perché non si possono vaccinare tutti? R. – Questo vaccino
probabilmente va dato in due dosi a distanza di un mese una dall’altra. Se così fosse,
occorrerebbe un mese per vaccinare un intero gruppo di popolazione di alcuni milioni
di persone. A quel punto il picco epidemico, quando si vanno a vaccinare le ultime
persone, ormai è passato da un pezzo. D. – Questo virus della
nuova influenza colpisce per l’80% chi ha meno di 40 anni; questo dato è preoccupante… R.
– Sì, infatti. Mentre il vaccino per l’influenza stagionale verrà dato, a questo punto,
alle categorie a rischio classiche - tra cui soprattutto gli anziani - questo vaccino
invece verrà dato a quelle persone che appartengono ai servizi essenziali, che sono
giovani, senza le quali non andrebbero avanti per esempio gli ospedali, gli ambulatori
medici e via dicendo, come anche alle persone a rischio di complicanza. Le categorie
a rischio sono i malati cronici: quei malati che hanno patologie croniche di tipo
respiratorio, cardiovascolare, il diabete, o anche le donne gravide, le persone affette
da asma, i bambini molto piccoli, al di sotto dell’anno di età ed anche le persone
obese. D. – Gli antivirali, se presi in tempo, evitano con certezza
la morte? R. – Questo non lo può dire nessuno. Diciamo innanzitutto
che gli antivirali vanno dati ai malati più gravi. Le persone a rischio di complicanze
gravi potrebbero avvalersi di farmaci antivirali anche per profilassi, qualora fossero
state esposte a persone malate. Dal punto di vista dell’efficacia, si è visto che
possono ridurre la durata e la gravità dei sintomi, però vanno presi presto, possibilmente
entro le prime 48 ore dalla comparsa dei sintomi. D. – La nuova
influenza ha un tasso di mortalità inferiore rispetto a quella stagionale. Perché
allora c’è tanta paura? R. – La mortalità, per quest’influenza,
sembra essere abbastanza sovrapponibile a quella dell’influenza stagionale. Teniamo
però conto che l’influenza stagionale colpisce, molto più di quest’influenza, le persone
anziane, per cui la mortalità complessiva può sembrare più elevata di quella stagionale.
Mi fa paura per un semplice motivo: non tanto per la sua gravità ed aggressività clinica,
quanto per il fatto che si diffonde molto facilmente, perché quasi l’intera popolazione
mondiale è suscettibile, in quanto non è stata esposta a virus simili in passato.
Si tratta, del resto, di un virus nuovo. Colpendo quindi molte persone, anche se il
tasso di letalità è pari o leggermente inferiore a quello dell’influenza stagionale,
rischia di fare più vittime semplicemente per il fatto che si diffonde moltissimo.