2009-07-15 15:50:06

Delta del Niger, il Mend annuncia una tregua


Spiragli di dialogo tra i ribelli del Mend, il Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger, e il governo nigeriano. Il gruppo ha oggi annunciato una tregua di 60 giorni a seguito della scarcerazione del proprio leader, Henry Okah. Oltre che in un’interruzione dei continui attacchi alle installazioni petrolifere delle società straniere che lavorano nell’estrazione del greggio, si spera che l’iniziativa possa essere l’inizio di un periodo di dialogo e di distensione. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Domenico Quirico, giornalista della Stampa, esperto di Africa:RealAudioMP3

R. – In Africa bisogna sempre avere molta prudenza ad essere ottimisti. Certamente è un segnale positivo che viene dopo un periodo di forti tensioni da parte dei ribelli del Delta del Niger, con attacchi ripetuti nei confronti di installazioni petrolifere.
 
D. – Ma qual è la situazione che si vive nel Delta del Niger?
 
R. – Il petrolio è diventato la seconda maledizione di questa gente che abita questa zona della Nigeria. La prima maledizione è il furto e la violenza, che è stata perpetrata dalle elite al potere ormai dal 1960, da quando c’è il Paese indipendente. Seconda maledizione: il petrolio avvelena tutto, non soltanto la vita politica, attraverso la corruzione dilagante, ma avvelena la terra, l’acqua, avvelena i pesci, che queste persone pescano per mangiare. Insomma, è ovunque.
 
D. – C’è possibilità di convergenza su quelle che sono le richieste del Mend?
 
R. – In realtà il vero problema è come si divide la torta del petrolio. La torta veniva divisa da compagnie internazionali e dal governo centrale. Adesso anche gli abitanti di questa zona vogliono avere una parte di tutto questo o almeno non vogliono essere uccisi dalla ricchezza petrolifera. Non è semplice trovare una soluzione che accontenti queste due esigenze così contrapposte. La soluzione può venire da una trasformazione della vita politica nigeriana, ma questo richiederà tempo.







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