2009-07-15 15:43:08

Ancora minacce ai cristiani in Nepal


Il gruppo estremista indù Nepal Defence Army (Nda) ha lanciato un nuovo messaggio di minaccia alla comunità cristiana in Nepal. Il gruppo estremista, che aveva già rivendicato l'attentato alla cattedrale dell'Assunzione a Kathmandu, avvenuto a maggio, ha chiesto ai sacerdoti e alle suore non nepalesi che operano nel Paese di lasciare il territorio entro un mese. Lo rende noto il vicario apostolico del Nepal, il vescovo di Gigti, Anthony Francis Sharma, il quale ha specificato che l'intimidazione è stata dettata telefonicamente al vicario delegato, il reverendo Pius Perumana. La polizia ha prontamente messo a disposizione alcuni agenti per proteggere il centro pastorale a Godavari, dove lavora il reverendo. Anche i protestanti hanno ricevuto intimidazioni. Secondo un pastore una lettera minatoria è stata indirizzata alla Chiesa protestante a Kathmandu, con l'eguale richiesta ai cristiani di abbandonare il Nepal. I leader protestanti hanno dunque deciso di formare un comitato per verificare le minacce e intraprendere misure di protezione. Il Nepal Defence Army, si legge su L’Osservatore Romano, è un gruppo estremista che lotta per la trasformazione del Nepal in una nazione teocratica. In particolare, i cristiani e i musulmani sono accusati "di inquinare il Paese". Dopo secoli di monarchia, alla fine del 2007, il Parlamento nepalese ha approvato un emendamento alla Costituzione che ha segnato la transizione dalla monarchia alla repubblica. Inoltre c'è stata l'eliminazione dell'induismo come religione ufficiale, aprendo così la società alla libertà religiosa. Questa repentina trasformazione ha creato malcontento in alcuni gruppi indù. Nel luglio del 2008 è stato ucciso anche un salesiano, John Prakash, preside della Don Bosco School di Sirsiya. Il vicario delegato Perumana ha affermato che "i cristiani non nascondono la loro preoccupazione per le minacce e intimidazioni subite, ma restano fiduciosi nella volontà e nella capacità della nazione di sconfiggere i gruppi fondamentalisti". "Siamo in allerta - ha aggiunto - ma le nostre attività e la nostra missione vanno avanti. Abbiamo fiducia nella popolazione e nelle autorità. Siamo una minoranza corposa e stimata e gli attacchi non scalfiranno la nostra speranza". (V.V.)







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