2009-07-13 14:51:10

Somalia: i fondamentalisti islamici perdono terreno


In Somalia le truppe governative hanno sferrato un violento contrattacco ieri nell'area settentrionale di Mogadiscio, guadagnando terreno e infliggendo dure perdite agli insorti islamici, una quarantina dei quali sarebbero stati uccisi. E per la prima volta, accanto ai soldati regolari, sono scesi in campo i militari dell’Amisom, la forza di pace panafricana schierata in Somalia. Il rappresentante speciale dell'Onu per il Paese del Corno d’Africa, Ahmedou Ould-Abdallah, ha espresso la speranza che le vittorie militari ottenute dalle truppe governative possano consentire il ritorno di una qualche forma di stabilità nella capitale. Ma come interpretare l’intervento della forza di pace? Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Enrico Casale, africanista del mensile dei Gesuiti “Popoli”:RealAudioMP3

R. – Queste truppe erano state inviate perché avrebbero dovuto sostituire le truppe etiopi che erano intervenute contro le corti islamiche verso la fine del 2006 e l’inizio del 2007. In realtà, queste truppe dell’Unione Africana sono sempre state in numero ridottissimo e con scarsissimi mezzi; infatti non erano mai intervenute, anche perché le regole d’ingaggio che avevano erano molto restrittive. Perchè sono intervenute? Le ragioni specifiche non si conoscono ancora. Probabilmente l’intervento è dovuto al fatto che le posizioni dell’Unione Africana erano minacciate direttamente dagli shebab e quindi, per evitare di farsi accerchiare e di essere sopraffatte, hanno reagito al fianco delle truppe governative.
 
D. –C’è chi collega anche questo atteggiamento interventista della forza di pace panafricana al discorso pronunciato da Obama in Africa. Discorso nel quale, lo ricordiamo, ha detto che “il terrorismo in Somalia è un problema internazionale che richiede una risposta globale”...
 
R. – Molto probabilmente è stata una reazione a queste parole di Obama, il fatto che queste truppe siano intervenute per contenere l’avanzata degli shebab che – ricordiamolo – sono dei fondamentalisti islamici e si possono in qualche modo associare ai talebani afghani, cioè sono i giovani studenti delle scuole coraniche che hanno iniziato a combattere prima contro l’Etiopia e poi contro il governo di transizione nazionale.
 
D. – C’è la possibilità che in Somalia venga ristabilito un ordine politico tale da rimettere il potere nelle mani del governo centrale?
 
R. – Se la Comunità internazionale deciderà di sostenere il governo sia dal punto di vista politico, colpendo attraverso sanzioni quei Paesi e movimenti che sostengono gli shebab e, dal punto di vista militare, attraverso l’invio di nuove truppe meglio organizzate di quelle attuali, probabilmente sì, ci sarà un ristabilimento dell’ordine da parte del governo di transizione nazionale. Però, in questo momento, è prematuro dirlo.







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