2009-07-12 14:36:16

Un annuncio di speranza: è l’impegno assunto dai 2000 universitari d’Europa ricevuti ieri dal Papa in occasione del loro Primo Incontro Europeo


Un annuncio di speranza verso chi non crede possibile la nascita di una nuova civiltà dell’amore. Questo è ciò che rappresentano gli oltre 2000 studenti universitari d’Europa che sono stati ricevuti ieri dal Papa, dopo essersi riuniti a Roma per il loro primo Incontro a livello europeo. Tema del meeting: “Nuovi discepoli di Emmaus. Da cristiani in Università”. Marina Tomarro ha intervistato mons. Marek Jedraszewski, presidente della sezione Università del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa che, insieme all’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma, ha promosso l’evento.RealAudioMP3

R. – L’incontro del Vangelo con la cultura, specialmente con il mondo universitario, è importantissimo per il futuro della Chiesa, soprattutto in Europa, nella nostra cultura contemporanea europea, in cui così spesso, purtroppo, si vive come se Dio non esistesse. Ognuno deve trovare la propria personale risposta: “Come devo essere cristiano, vivere da cristiano, nel mio ambiente universitario?” Questo è importante. E la gente, quella giovane, universitaria, proveniente da tanti Paesi d’Europa, si può aiutare reciprocamente. E questo per me è un vantaggio enorme.

 
D. – Lei ha parlato molto di speranza. Quanto è importante appunto trasmettere la speranza in questi giovani?

 
R. – Loro devono trovare la speranza per loro stessi, cioè trovare la speranza che va al di là di questo mondo, trovare la speranza di cui il fondamento è Gesù Cristo. E quando una persona, soprattutto giovane, trova questo fondamento e questa speranza per se stesso, allora la sua vita cambia, cambiano i valori. Questo è il nostro sforzo, affinché questa gente giovane proveniente da tutta l’Europa possa trovare un nuovo umanesimo, di cui il fondamento è il “Logos”, Gesù Cristo. Avendo questo fondamento loro possono vivere da cristiani nei loro ambienti domestici, familiari, ma soprattutto là dove cresce e matura l’umanismo europeo. Bisogna che loro non lo trovino, ma creino un umanesimo nuovo, cioè quello che sorge da quella fonte che è Gesù Cristo.

 
D. – Cosa spera che in questi ragazzi rimanga di questa ‘quattro giorni’ di incontri?

 
R. – Io penso che non sono solo questi quattro giorni, perché una gran parte di loro ha avuto la possibilità di incontrarsi con la pastorale universitaria in alcuni centri d’Italia. Io ho sentito tante belle cose su queste esperienze e questi incontri con i giovani, con i professori. Il processo di una certa maturazione dura più di quattro giorni e perciò la speranza è per noi più grande e più viva.







All the contents on this site are copyrighted ©.