Pakistan: dopodomani i primi rimpatri per gli sfollati
Dopodomani inizieranno i primi rimpatri degli sfollati pakistani, costretti ad abbandonare
le proprie abitazioni all’inizio di maggio, in seguito al conflitto tra forze governative
e militanti nei distretti di Swat, Buner e Lower Dir, nella provincia della Frontiera
di Nord Ovest. Circa 260.000 sfollati pakistani sono alloggiati nei campi dei distretti
Mardan, Swabi, Nowshera, Peshawar e Charsadda, mentre la maggior parte delle persone
è ospitata da altre famiglie, oppure in case in affitto o in edifici scolastici. I
primi che saranno ricondotti nelle loro case saranno quelli alloggiati nei campi.
Il governo, si legge in un comunicato, ha confermato che i rimpatri si svolgeranno
in conformità alle recenti linee guida sviluppate da governo, ONU e agenzie partner,
che si basano sul principio di rimpatri volontari, sicuri e dignitosi. Prima di decidere
volontariamente per il ritorno, gli sfollati interni dovranno verificare la situazione
di sicurezza nelle loro zone d’origine; l’entità della distruzione verificatasi, e
la disponibilità di servizi e infrastrutture di base. In alcune aree del conflitto,
i danni sono stati ingenti. Un’altra questione importante riguarda la presenza di
mine e ordigni inesplosi, che costituiscono una minaccia reale per la popolazione,
soprattutto per i bambini. Gli accertamenti congiunti effettuati nelle aree colpite
saranno utilizzati per confermare le condizioni per un ritorno sostenibile. Dal 4
giugno scorso, l’UNHCR ha dato assistenza a 34.000 famiglie (221.000 persone) nei
distretti di Nowshera, Charsadda e Mardan. La distribuzione di aiuti è quasi completa
a Charsadda e Nowshera. A Mardan l’UNHCR prevede di dare assistenza a 62.000 famiglie
(4.200 ne hanno già ricevuta), che sono alloggiate fuori dai campi, mentre altre agenzie
umanitarie forniranno articoli d’emergenza ad altre 42.000 famiglie. (A.D.G.)