2009-07-11 15:29:24

I vescovi dell'Africa centrale chiedono un impegno più forte nella regione dei Grandi Laghi


Un invito ai capi di Stato e di governo dell’Africa che hanno firmato il patto sulla sicurezza, la stabilità e lo sviluppo nella regione dei Grandi Laghi entrato in vigore nel giugno dello scorso anno ad organizzarsi efficacemente perché il documento abbaia forza di legge nei Paesi che l’hanno ratificato. Lo rivolge in un messaggio presentato alla stampa il 2 luglio scorso mons. Simon Ntamwana, arcivescovo di Gitega, in Burundi, e presidente dell’Associazione delle conferenze cpiscopali dell’Africa centrale (Aceac). “Contributo dell’Aceac al comitato regionale interministeriale della Conferenza internazionale della Regione dei grandi laghi (Cirgl)”, questo il titolo del messaggio che chiede anche ai Paesi elencati nel patto di Nairobi di dichiarare ufficialmente la fine della guerra nell’est della Repubblica Democratica del Congo, di applicare scrupolosamente il protocollo di non aggressione e di difesa e che le confessioni religiose e specialmente la Chiesa cattolica s’impegnino nel processo di disarmo e smobilitazione. Il documento dell’Aceac sottolinea inoltre l’impegno della Chiesa cattolica nel processo di pace nella regione dei Grandi Laghi ed esorta gli uomini di Dio ad impegnarsi ad essere i primi e grandi artigiani della pace e della riconciliazione, ad educare i fedeli cristiani alla cultura della pace e a pregare per la solidarietà, la giustizia e la pace. Mons. Ntamwana raccomanda poi di evitare qualunque atto che favorisca l’esclusione e l’etnocentrismo, poiché tra i fattori che suscitano inquietudine di fronte all’insicurezza nei Paesi dei Grandi Laghi vi è, principalmente, la manipolazione politica di stampo etnico, la circolazione delle armi e lo sfruttamento fraudolento delle risorse naturali. (T.C.)







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