Benedetto XVI all’ambasciatore messicano: la libertà religiosa è la roccia su cui
si fondano i diritti umani
La libertà religiosa, la difesa della vita, la promozione della famiglia e della solidarietà
sono stati i punti salienti toccati da Benedetto XVI nel suo discorso all’ambasciatore
del Messico, Héctor Federico Ling Altamirano, ricevuto stamani in Vaticano per la
presentazione delle Lettere Credenziali. Il Papa ha lodato la decisione del Messico
di eliminare la pena capitale dalla sua legislazione. Il servizio di Alessandro
Gisotti: Il miglior servizio
che i cristiani possono offrire alla società “è la proclamazione del Vangelo che illumina
una genuina cultura democratica e orienta la ricerca del bene comune”: è quanto sottolineato
da Benedetto XVI, che nel discorso all’ambasciatore messicano ha messo l’accento sull’importanza
della fede nella vita sociale: “En efecto, la libertad religiosa
no es un derecho más…” “In effetti - ha detto - la libertà religiosa non
è un diritto in più o un privilegio che la Chiesa reclama”. Invero, ha avvertito,
“è la roccia” su cui si fondando i diritti umani giacché in questa libertà “si manifesta
in modo particolare la dimensione trascendente della persona umana e l’assoluta inviolabilità
della sua dignità”. Per questo, non si può ridurre la libertà religiosa “ad una mera
convivenza di cittadini che praticano privatamente la propria religione” o “restringerla
all’esercizio del culto”: “A este respecto, la Iglesia católica,
a la vez que sostiene e impulsa…” “A tal riguardo - ha specificato il Papa
- la Chiesa cattolica, nel momento in cui sostiene e promuove questa visione” del
ruolo positivo della religione nella società, “non desidera interferire nella dovuta
autonomia delle istituzioni civili”. D’altro canto, ha aggiunto, “la Chiesa e la comunità
politica sono e devono sentirsi, ognuno a diverso titolo, al servizio della vocazione
personale e sociale” dei cittadini. Benedetto XVI ha poi lodato il clima di “reciproca
autonomia e sana collaborazione”, ancor più considerando il posto rilevante che la
religione occupa nella storia del Paese. Il Papa non ha poi mancato di enumerare quei
gravi problemi che tuttora affliggono il Messico: dalla violenza al narcotraffico,
dalla disuguaglianza alla povertà. Per affrontare queste sfide, ha assicurato, la
società messicana potrà sempre contare sulla “leale cooperazione e solidarietà della
Chiesa cattolica”. E ha ribadito che non sono sufficienti “mezzi tecnici o di sicurezza”
per trovare soluzioni efficaci e durature. E’ invece necessario, ha affermato, “un
rinnovamento morale” e “l’educazione delle coscienze” come anche “la costruzione di
una vera cultura della vita”: “Nunca se insistirá bastante
en que el derecho a la vida…” “Non si insisterà mai abbastanza - è stato
il suo richiamo - che il diritto alla vita deve essere riconosciuto in tutta la sua
ampiezza”. La persona, ha detto ancora, “merita rispetto e solidarietà” dal concepimento
alla morte naturale. Ed ha auspicato che questo sforzo per la vita sia sostenuto dalla
“promozione di leggi giuste e politiche” che tengano conto dell’altissimo valore dell’essere
umano in ogni suo momento. Benedetto XVI ha inoltre ribadito che l’identità messicana
si è forgiata nel corso dei secoli con il messaggio di salvezza proclamato dalla Chiesa
cattolica: “La fe en Jesucristo ha engendrado en México…” “La
fede in Gesù Cristo - ha ricordato - ha generato in Messico una cultura” di speranza
che dà vita a dei principi per lo sviluppo della società, la promozione della giustizia,
il lavoro per la pace e, ancora, la lotta contro la violenza, la corruzione e la criminalità
e la costante tutela della vita umana e della sua dignità. Il Papa ha anche ricordato
il recente Incontro mondiale delle Famiglie a Città del Messico, ribadendo la centralità
della famiglia fondata sul matrimonio, cellula base di tutto il tessuto sociale.