I responsabili di gravi violenze nella regione dello Xinjiang saranno condannati a
morte. Lo ha annunciato il capo del Partito Comunista di Urumqi, capitale della regione
dello Xinjiang dove domenica sono esplosi scontri a sfondo etnico. Fonti giornalistiche
riferiscono di episodi di linciaggio di “uighuri”, di origine musulmana, da parte
di cinesi di etnia “han” anche nelle ultime ore. La Cina ha parlato di 156 morti,
ma secondo altre fonti potrebbero essere fino a 800. A causa dell’aggravarsi delle
tensioni, il presidente cinese, Hu Jintao, ha lasciato l’Italia, dove era giunto per
partecipare al G8, ed è rientrato in Cina. Giancarlo La Vella ha intervistato Stefano
Vecchia, esperto di Estremo Oriente.