Imposto il coprifuoco nella provincia cinese dello Xinjiang
In Cina, si registrano ancora violenti scontri a Urumqi, capitale della regione del
Xinjiang, dove almeno 156 persone sono morte ieri in seguito a scontri tra la polizia
e la minoranza musulmana degli Uiguri. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Dopo nuove
manifestazioni da parte di centinaia di persone di etnia Han, il governo regionale
dello Xinjiang ha rivolto un appello alla calma e imposto il coprifuoco notturno.
Diversi manifestanti sono stati fermati oggi dalla polizia, che ha anche usato lacrimogeni
per disperdere la folla. Secondo fonti di stampa, i dimostranti volevano vendicarsi
delle violenze subite ieri dalla loro comunità ad opera degli Uiguri, etnia musulmana
turcofona maggioritaria nello Xinjang ma minoritaria nel Paese. Ad innescare la protesta
degli Uiguri è stato l’assassinio, il 26 giugno scorso, di due persone appartenenti
al loro gruppo etnico, uccise in seguito a scontri con operai cinesi. Il governo di
Pechino ha accusato la dissidente uigura in esilio, Rebiya Kadeer, di aver organizzato
la manifestazione di domenica con l’obiettivo di separare dalla Cina la regione dello
Xinjiang, ricca di petrolio e gas naturale. La dissidente ha smentito le accuse e
affermato di “non aver chiesto a nessuno, in nessun momento, di dimostrare in piazza”.