Al via domani all'Aquila il G8 sullo stato dell'economica mondiale. A Mosca, intanto,
accordo Usa-Russia per la riduzione degli arsenali atomici
Prende il via domani a L’Aquila il vertice del G8, allargato ai Paesi delle principali
economie emergenti. L’evento, cui parteciperanno i capi di Stato e di governo di decine
di Stati, avrà una copertura mediatica a livello mondiale garantita dalla presenza
di quasi quattromila giornalisti. Moltissimi i temi in discussione dall’economia mondiale
all’ambiente, dallo sviluppo dei Paesi poveri alla lotta al terrorismo. Il servizio
di Stefano Leszczynski:
E’ tutto
pronto oramai nella caserma della Guardia di Finanza di Coppito per ricevere decine
di leader mondiali che giungeranno a L’Aquila per il summit del G8. Oltre ai Paesi
membri (Canada, Federazione Russa, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito,
Stati Uniti e Unione Europea), la presidenza italiana ha invitato i leader dei principali
Paesi delle economie emergenti, il cosiddetto gruppo del G5 (Brasile, Cina, India,
Messico e Sudafrica). Sono presenti anche i Paesi membri del New Partnership for Africa’s
Development (Nepad) i rappresentanti dell’Unione Africana, della Spagna, della Turchia
e dei Paesi Bassi. Ai lavori prenderanno parte anche le principali organizzazioni
internazionali.
Tra i temi affrontati, figurano il
rilancio della crescita economica mondiale e del commercio internazionale, le misure
per ridurre l’impatto della crisi sulle popolazioni più svantaggiate, i cambiamenti
climatici, lo sviluppo dei Paesi i più poveri con particolare attenzione all’Africa,
la salute e la sicurezza alimentare, il terrorismo e la politica internazionale. Molti
gli impegni che i leader mondiali dovranno mantenere soprattutto in relazione al finanziamento
della cooperazione internazionale, indicato come insufficiente non solo dalla società
civile, ma anche dalla Chiesa e dalle Nazioni Unite. Il tutto avverrà nell’ambito
di un territorio gravemente colpito dal terremoto dello scorso aprile ed i cui abitanti
vivono ancora in condizioni di grave disagio. A due mesi di distanza, intanto, la
terra non ha smesso di tremare, tanto da spingere le autorità italiane a elaborare
un piano di evacuazione dei partecipanti al summit in caso di forti scosse. Imponenti
le misure di sicurezza schierate a tutela dei leader politici, anche per le manifestazioni
di protesta che sono state annunciate a ridosso della zona del summit.
Alla
vigilia del G8, il presidente americano, Barack Obama, ha iniziato oggi la seconda
giornata di visita a Mosca. Dopo l’importante vertice di ieri con il presidente russo
Medvedev - che ha portato alla firma di un protocollo d’intesa per la riduzione degli
arsenali atomici - Obama ha incontrato il primo ministro russo, Valdimir Putin. Due
ore di colloquio definite “un successo” dai funzionari della Casa Bianca. Poi, il
discorso alla New Economich School di Mosca, nel quale Obama ha invitato la Russia
a superare l’approccio alla Guerra fredda e a collaborare per ridurre la proliferazione
nucleare di Iran e Corea del Nord. Il presidente americano ha aperto, poi, per la
prima volta alla possibilità di eliminare lo scudo antimissile, osteggiato aspramente
da Mosca. Ma quale è il significato di questo vertice? Roberta Rizzo lo ha
chiesto a Luigi Geninazzi, giornalista ed esperto di est europeo del quotidiano
“Avvenire”:
R. - E’ una
svolta. Tutta la grande insistenza che è stata fatta sul "reset" - cioè sulla nuova
partenza - ha questo significato. Negli ultimi due-tre anni, dopo il famoso discorso
di Putin tenuto a Monaco e le ombre di Guerra fredda che aleggiavano sui rapporti
transatlantici, certamente il clima è cambiato.
D.
- Gli Stati Uniti hanno anche teso la mano alla Russia, nel senso che Obama ha chiesto
a Putin di collaborare per porre fine alla minaccia nucleare dell’Iran e della Corea
del Nord, aprendo per la prima volta sulla possibilità di eliminare lo scudo antimissilistico…
R.
- Obama, su questo punto, si trova ad affrontare una difficile ed intricata eredità
del presidente Bush: quella dello scudo spaziale. L’interesse dei Paesi del centro
Europa - in particolare della Polonia - è quello di avere una forte difesa: su questo
è stato siglato l’accordo, nell’agosto scorso, con gli Stati Uniti per la dislocazione
di una base antimissilistica. C’è invece un problema più generale: quello di capire
se veramente è possibile un’iniziativa così unilaterale per contrastare i nuovi Stati
che si stanno dotando dell’arma atomica, prima di tutto Iran e Corea del Nord. Certamente,
su questo la Russia ha ragione, un Paese come l’ex Unione Sovietica non può essere
trascurata dentro questa strategia. Adesso, c’è questa difficile quadratura del cerchio
per il leader della Casa Bianca: come arrivare ad un sostanziale compromesso con Mosca
senza scontentare Varsavia e Praga, coi quali sono già stati siglati degli accordi.
D.
- Nonostante le aperture, Obama non ha nascosto poi le divergenze che ancora esistono:
ad esempio, ha detto “va rispettata la sovranità di Ucraina e Georgia”…
R.
- Sì, anche se su questo punto non poteva dire altro. Poteva, forse, alzare un po’
più la voce, perché dopo la guerra della scorsa estate la Russia ha fatto un’annessione
della Repubblica dell’Ossezia del Sud. Questo va contro la legalità internazionale.
Tuttavia, sul punto Obama non ha insistito. Diciamo, quindi, che al di là del grande
risultato, siamo ancora al “pour parler”: siamo ancora alle belle dichiarazioni, che
sono sempre meglio del muro contro muro. Però i risultati non ci sono ancora e dovremo
aspettare parecchio tempo.