“Italia Solidale” in Rwanda e Tanzania per un nuovo modo di fare missione
Un gruppo di volontari dell’associazione “Italia Solidale” si sono recati in Rwanda
e Tanzania dove fino al 15 luglio porteranno avanti l’obiettivo di “diffondere il
modello di un nuovo modo di fare missione basato sulla creazione di comunità autosufficienti”.
Nell’occasione i volontari incontreranno le comunità ecclesiali locali. In particolare
in Rwanda, i volontari parteciperanno a un incontro con il vescovo di Kabgayi, Smaragde
Mbonyintege e i religiosi della diocesi. L'associazione le cui iniziative godono
fra l'altro del sostegno del Pontificio Consiglio per la Cultura, – riferisce l’Osservatore
Romano - è presente in vari Paesi africani e ha sviluppato una consistente rete di
aggregazioni solidali. In queste comunità di missione, le famiglie si riuniscono in
gruppi per condividere i problemi. Inoltre, tramite il denaro che ricevono dai donatori
dell'associazione, i nuclei familiari riescono a diventare autosufficienti grazie
alla creazione di piccole attività produttive. Inoltre il denaro ricavato da tali
attività, oltre a servire ai bisogni stessi delle famiglie, viene impiegato per aiutare
altre persone a compiere lo stesso percorso. L'associazione sostiene attualmente circa
due milioni di persone, tramite la propria rete di collaboratori che copre Africa,
India e Sud America. “Le visite in Rwanda e Tanzania – fanno sapere dall’associazione
“Italia Solidale” - prendono le mosse in occasione dell'ultimo meeting associativo
tenutosi a Nago, in Italia, patrocinato dal Pontificio Consiglio per la Cultura, dove
è emersa fra l'altro l'importanza di entrare "con ancora più forza" nella realtà africana,
dove nel solo 2007 sono morti circa cinque milioni di bambini”. “Non possiamo permettere
- aggiunge - che i bambini muoiano, che le persone siano dipendenti e non rispettate,
che le famiglie non siano sussistenti”. (A.V)