Rivelazione dei media francesi: i monaci di Tiberine non furono uccisi dagli integralisti
islamici
La morte dei sette monaci trappisti avvenuta nel marzo 1996 a Tiberine è stato un
errore dell’esercito di Algeri e non un’azione dell’islamismo armato, come è stato
sostenuto in questi anni. La sorprendente versione dei fatti che sarebbe ritenuta
“veritiera” sarebbe stata data da un addetto militare dell’Ambasciata francese ad
Algeri, il generale François Buchwalter, oggi in pensione che ha ricevuto, all’epoca
dei fatti, le confidenze da un anziano militare algerino, il cui fratello aveva preso
parte all’attacco militare. Le informazioni trovano spazio in diversi media francesi
che hanno dato risonanza al fatto. “Gli elicotteri dell’esercito militare algerino
avevano sorvolato il rifugio di un gruppo armato colpendo anche i monaci” ha spiegato
questa fonte. La testimonianza del generale Buchwalter è stata raccolta dal giudice
per il terrorismo Marc Trevidic. Il generale Buchwalter aveva appreso i fatti pochi
giorni dopo il funerale dei monaci ed ha scritto al dirigente del Capo di Stato Maggiore
ed all'ambasciatore francese, che, sarebbero rimasti indifferenti, riferisce la medesima
fonte. I sette religiosi francesi furono rapiti nella notte tra il 26 ed il 27 marzo
1996 nell’isolato monastero di Nostra Signora di Atlante, a sud di Algeri, circondato
dalla foresta, controllata da gruppi armati islamici e dove gli omicidi all’epoca
erano frequenti. Il Gruppo islamico armato (GIA) aveva parlato il 26 aprile 1996,
del rapimento proponendo di scambiare i monaci con militanti detenuti. Il 23 maggio,
il GIA, aveva annunciato di aver decapitato i prigionieri. Il pubblico ministero aveva
aperto il 10 febbraio 2004 le indagini a seguito di una denuncia presentata dalla
famiglia di uno dei religiosi uccisi. Le indagini sul caso vedrebbero ora nuove audizioni,
compresa quella di Hervé de Charette, a quel tempo ministro degli Affari esteri e
di Michel Leveque, in quel periodo ambasciatore ad Algeri. (A.V.)